Dopo l’abolizione della norma contro i cosiddetti matrimoni di comodo, l’istituto presieduto da Boeri dà le prime indicazioni operative per ripristinare il diritto pieno alla pensione di reversibilità al coniuge superstite che si sia sposato con una persona di età superiore a 70 anni e con una differenza anagrafica di 20
Torna a importo pieno la pensione delle giovani superstiti. Dopo che lo scorso luglio la sentenza della Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la norma “anti badanti” – introdotta dal governo Berlusconi nel 2011 per mettere un freno al fenomeno dei matrimoni di comodo, tagliando al coniuge superstite la pensione del 10% per ogni anno di matrimonio contratto dopo i 70 anni d’età con l’altro sposo di un’età inferiore di almeno 20 anni – ora l’Inps comunica che pagherà tutti gli arretrati degli assegni che sono stati sforbiciati.
Chiari i dettagli diffusi dall’istituto guidato da Tito Boeri, così come si legge nella circolare Inps n. 178 del 21 settembre. Tutte le pensioni di reversibilità, cioè la quota di assegno che, dopo la morte del pensionato, viene corrisposta al coniuge e alla famiglia (di norma è pari al 60% di quella del familiare deceduto se c’è solo il coniuge e sale al 100% se ci sono più figli. Esentati, invece, i nuclei familiari con figli di minore età, studenti o inabili al lavoro), saranno riportate automaticamente all’importo pieno dal primo giorno del mese successivo alla morte del titolare della pensione e verranno adeguati gli importi attualmente pagati alle giovani vedove che potranno, quindi, tornare a riscuotere la pensione come tutti gli altri superstiti.
Nel caso di pensioni ai superstiti non erogate, invece, il ricalcolo avviene su richiesta dell’avente diritto entro i termini per la prescrizione. Mentre se nel frattempo è intervenuta una sentenza passata in giudicato, i ratei arretrati sono erogati dal primo giorno del mese successivo al passaggio in giudicato. Sul fronte degli esborsi, lo stop alla tagliola delle pensioni di reversibilità di questi matrimoni non è ingente: il taglio, infatti, aveva riguardato solo poche migliaia di situazioni familiari. Anche se, per il Centro studi dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, “ogni anno sono oltre 2.500 i procedimenti in sede civile che riguardano anziani che hanno allacciato relazioni con donne molto più giovani per le quali scatta la denuncia del reato di circonvenzione di incapace e truffa“. Mentre, sempre secondo l’associazione, il 70% di questi matrimoni è destinato a fallire: il 20% delle separazioni e delle cause in tribunale riguarda, infatti, persone con più di 65 anni.
Capitolo a parte per le nuove domande. In questo caso si procederà direttamente tenendo conto di quanto sancito dalla Consulta, così come per tutti i ricorsi pendenti: del resto a partire dal 21 luglio scorso, giorno successivo alla pubblicazione della sentenza, la norma anti badanti non può più essere applicata e d’ora in avanti, anche dal punto di vista pensionistico, resta valido il principio che al cuor non si comanda.