Che l’italia non sia un paese per giovani si può constatare in modo agevole mettendo a confronto due recenti iniziative gorvernative: il Fertility day e l’Ape, l’anticipo pensionistico concesso ad alcune classi di lavoratori.
Da un lato, ai giovani che già si confrontano con un mercato del lavoro con minori garanzie rispetto al passato, sopportando una pressione fiscale tra le più alte al mondo e finanziano un sistema fiscale per loro estremante penalizzante e iniquo, si richiede a colpi di hashtag di fare più figli; dall’altro si offre a chi è anziano la possibilità di ottenere un finanziamento agevolato, garantito dallo Stato per anticipare il momento della pensione, di fatto accrescendo gli oneri gravanti sui lavoratori ancora attivi.
Accantoniamo le considerazioni fin troppo ovvie in merito alla campagna mediatica della prima iniziativa e alla lettura in termini di consenso politico sulla seconda, per provare a evidenziare i caratteri disfunzionali della logica retrostante ad entrambe le iniziative:
1-difesa a oltranza delle scellerate scelte politiche fatte in passato in termini di previdenza e trasferimenti intergenerazionali ignorando qualsiasi considerazione di equità e sostenibilità nel lungo periodo;
2-aggravio degli oneri sui lavoratori attivi, in spregio del fatto che quelli esistenti siano già difficilmente sostenibili;
3-completo disdegno del quadro degli incentivi ai quali rispondono gli individui.
L’attuale sistema previdenziale è già profondamente iniquo perché trasferisce risorse da una generazione all’altra, volendo introdurre dei margini di flessibilità in uscita per alcune classi di lavoratori era davvero opportuno introdurre anche i finanziamenti agevolati?
Invece di portare avanti campagne mediatiche (discutibili nella forma e nei contenuti) non si poteva ad esempio sostenere l’accesso al credito delle persone che vorrebbero avere dei figli, ma decidono di rinunciare a questa opportunità o rimandarla per motivi economici?
L’Ape e il Fertility day incarnano bene gli ingredienti fondamentali per la ricetta del fallimento politico ed economico del nostro paese e rappresentano un’efficace sintesi della miopia delle nostre classi dirigenti che ancora vagheggiano di controfattuali “staffette generazionali” e perseverano diabolicamente nel seguire ricette infruttuose come incentivi temporanei o microriforme scarsamente risolutive.
Non c’è da sorprendersi se in tanti decidono di votare con i piedi lasciando un paese che finanzia gli anziani per ritirarsi prima dal lavoro, aggravando ulteriormente lo squilibrio della previdenza, mentre riserva ai giovani il ruolo di parco buoi aggiungendo le beffe della discutibile campagna sul Fertility day al danno di un carico impositivo e previdenziali ai limiti del sopportabile.