Approvato il testo con 18 sì e 7 astenuti. Il vicepresidente: "Così organismo più autorevole ed efficiente". Mattarella: "Risultato significativo"
Più trasparenza nelle nomine, con uno stop a quelle “a pacchetto” e con la pubblicità, a certe condizioni, delle sedute di commissione in cui si discute della scelta dei vertici degli uffici giudiziari. Più speditezza dei lavori, con tetti temporali stringenti agli interventi dei consiglieri in certe occasioni e poteri deliberativi riconosciuti, sia pure in casi limitati, alle Commissioni. Più collegialità nella programmazione dei lavori e possibilità di un riesame delle decisioni del Comitato di presidenza se a chiederlo è almeno un quarto dei consiglieri. L’approvazione è avvenuta dopo 66 sedute e 7 plenum, in tutto un anno e mezzo.
Novanta articoli che ridisegnano il funzionamento del Consiglio superiore della magistratura, con l’obiettivo di assicurare più trasparenza, efficienza e collegialità. Il testo è stato accolto con 18 voti a favore, nessun contrario e 7 astenuti: l’intero gruppo di Magistratura Indipendente, i laici dei centro-destra Antonio Leone, Maria Elisabetta Casellati e Pierantonio Zanettin e il togato Aldo Morgigni, di Autonomia e Indipendenza, corrente di Piercamillo Davigo.
Il testo ha come obiettivo quello di favorire la trasparenza, la collegialità e l’efficienza dell’organo. “Tutto il Consiglio aveva assunto un impegno ambizioso” ha detto il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, con “l’intento espresso all’unisono, in quella circostanza, consisteva nell’utilizzare ogni spazio regolamentare per tentare di mutare volto al Consiglio superiore della magistratura, con l’obiettivo di rafforzarne l’autorevolezza e l’efficienza, mantenendo saldo l’ancoraggio alle funzioni costituzionali attribuitegli dalla Costituzione”. Per il presidente della Repubblica Mattarella “il regolamento del Csm è uno strumento complesso che deve rispondere alle linee di efficienza cui il consiglio deve adeguarsi” ed “è un risultato particolarmente significativo di questa consiliatura”.
Stop nomine “a pacchetto”
Non si voteranno più in blocco le nomine che riguardano magistrati dello stesso ufficio, e che erano occasione di accordi a tavolino sulle correnti, ma il plenum si pronuncerà sui singoli nomi. E in presenza di proposte alternative, anche presentate da chi non fa parte della Terza Commissione, ci sarà il ballottaggio.
Commissioni pubbliche su scelta dei capi degli uffici
Le sedute in cui si discutono le proposte da presentare al plenum potranno essere seguite dalla stampa e dal pubblico (ma in locali diversi e attraverso impianti audiovisivi), quando lo chiederà un terzo dei componenti della commissione Direttivi (2 su 6). Per le altre commissioni la pubblicità di singole riunioni e solo per alcune pratiche dovrà essere deliberata a maggioranza.
Basta interventi fiume
Quando sarà necessario, si ricorrerà al contingentamento dei tempi: in plenum non si potrà prendere la parola per più di 10 minuti, estensibili al massimo a 20 su decisione del presidente. Per presentare emendamenti o fare dichiarazioni di voto, non si potranno utilizzare più di cinque minuti.
Non tutto al vaglio del plenum
Sulle materie e i procedimenti non riservati dalla legge e dal regolamento del Csm all’assemblea potranno esprimersi in via deliberativa le Commissioni con l’adozione di atti di indirizzo generale. Ma la pratica andrà all’esame del plenum, anche su richiesta di un solo consigliere.
Programmazione dei lavori
Fermo restando che l’ordine del giorno del plenum è di competenza del capo dello Stato e su sua delega del vice presidente, viene introdotta una riunione bimestrale del “numero due” di Palazzo dei marescialli con i presidenti delle Commissioni, per dar modo loro di indicare le priorità delle pratiche da trattare
Rapporti comitato presidenza-consiglieri
Ogni consigliere potrà chiedere la motivazione di singole decisioni dell’organo di vertice di Palazzo dei marescialli (che delibera sull’apertura delle pratiche) e di essere ascoltato. E almeno un quarto dei componenti eletti potrà sollecitare il riesame di una o più deliberazioni. La decisione finale resta però del Comitato di presidenza, con un provvedimento motivato.
Semplicità e chiarezza
Tutti gli atti del Csm dovranno essere formulati nel rispetto di questi due requisiti.