Barack Obama con un tweet ha voluto rendere omaggio al campione. È stato il primo atleta a portare la disciplina in televisione
Il golf saluta il suo “King“. All’età di 87 anni è morto all’ UPMC Shadyside Hospital di Pittsburgh, Arnold Palmer, uno dei più grandi golfisti della storia. Una figura fondamentale, per questa disciplina durante gli anni ’50 e ’60. Anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama con un tweet ha voluto ricordare e rendere omaggio al campione. Alcuni dati aiutano a capire meglio la carriera di Palmer. Sette Major vinti di cui 4 Masters, 1 U.S. Open e 2 British Open. L’unico rimpianto della sua carriera non aver mai vinto il Pga Championship con cui avrebbe completato il Grande Slam personale.
Here’s to The King who was as extraordinary on the links as he was generous to others. Thanks for the memories, Arnold. pic.twitter.com/UlyfpIBOL2
— President Obama (@POTUS) 26 settembre 2016
Palmer è stato il primo atleta ad aver “sdoganato” l’immagine del golf a livello mondiale. Oltre ad essere un gran giocatore, di lui si ricorda la classe, il ciuffo biondo e la sigaretta che fumava tra un colpo e l’altro. “The King”, il soprannome che gli è stato dato per i suoi successi, è stato il primo a ricevere tre riconoscimenti civili degli Stati Uniti: la Presidential Medal of Freedom, la Medaglia d’Oro del Congresso e il Premio Nazionale dello Sport. Palmer poi è stato il primo atleta a sfondare il tetto del milione di dollari in una sola stagione. Fuori dal campo è diventata anche un’icona commerciale. Sopra gli scaffali dei supermercati compariva l’ “Arnold Palmer” una bevanda a base di di tè freddo e limonata.
L’annuncio della morte è stato dato da Alastair Johnson, Ceo della Arnold Palmer enterprises, la società che il golfista aveva fondato a favore dello sport e dell’impegno filantropico. Tiger Woods ha twittato: ” Grazie Arnold per la tua amicizia, i consigli e un sacco di risate. La tua filantropia e umiltà sono parte della tua leggenda”. Jack Nicklaus, grande rivale di Palmer, ha scritto: “Arnold ha fatto al golf un’iniezione di ricostituente quando questo sport ne aveva più bisogno”.