Il rappresentante dell’accusa invece aveva sollecitato la condanna dell’imputata all’ergastolo ritenendola responsabile di strage per futili motivi. Quando fu fermata dalla polizia di non essere pentita
“Non sono pentita” disse quando fu fermata perché sospettata di aver provocato un’esplosione per vendetta in un palazzo di Roma. Oggi Giovannina Serra, la donna di 84 anni che il 20 gennaio 2015, a Roma, provocò la morte di un inquilino, un uomo di 50 anni, e il ferimento di una ventina di persona, è stata condannata a 10 anni. La I corte di Assise l’ha riconosciuta responsabile di omicidio colposo, incendio aggravato e morte come conseguenza di altro delitto.
Il rappresentante dell’accusa invece aveva sollecitato la condanna dell’imputata all’ergastolo ritenendola responsabile di strage per futili motivi. La donna è stata condannata a pagare, tramite provvisionale 300mila euro ai familiari dell’uomo morto. Il risarcimento di tutte le parti civili sarà discusso in separata sede.
L’esplosione avvenne in via Galati, periferia est della capitale, nell’appartamento dalla quale l’imputata era stata sfrattata. Alla base del gesto, secondo l’accusa, il risentimento per essere stata costretta a lasciare l’immobile in cui aveva vissuto per 20 anni. L’anziana fu rintracciata e fermata dalla polizia nell’appartamento occupato al momento del fatto. Da allora si trova nel carcere di Rebibbia. I giudici, presieduti da Anna Argento, nel condannare l’anziana, ha disposto il non luogo a procedere per il reato di lesioni per difetto di querela, mentre ha deciso il sequestro conservativo di beni della donna per 600mila euro.