Alla vigilia del 29 settembre, il leader di Forza Italia si confida ad Alfonso Signorini. "Con l'operazione è arrivata la consapevolezza che ho 80 anni". E annuncia di voler dedicare più tempo alla famiglia. Poi attacca i tanti "traditori" e assicura: "Non ho sbagliato un colpo. Non sono caduto per colpa mia"
“La politica? Non mi ha mai appassionato“. Parola di Silvio Berlusconi, che si confida in un’intervista esclusiva rilasciata ad Alfonso Signorini per il settimanale Chi. Nel testo del colloquio, che verrà pubblicato mercoledì 28, alla vigilia dell’80esimo compleanno dell’ex presidente del Consiglio, Berlusconi parla diffusamente del suo passato di uomo e di leader di partito, e confessa di avvertire tutto il peso della sua età. Quanto ai suoi prossimi progetti, al centro delle preoccupazioni dell’ex cavaliere c’è soprattutto la famiglia. “Sto guardando in modo ancora incerto – dice – a quello che può essere il mio futuro. La cosa che ho realizzato, forse la più importante, è che passerò più tempo con i miei figli e i miei nipoti. Dedicherò più tempo alle persone a cui voglio bene. Come ho fatto questa estate. Ed è giusto così: cinque figli e dieci nipoti fanno un patriarca. E io questo mi sento”.
Ottant’anni, dunque, e forse per la prima volta la coscienza del tempo che passa. “Nella mia vita – dice Berlusconi – non ho mai pensato all’età. Al contrario, ho sempre vissuto come se avessi quarant’anni, perché così mi sentivo: pieno di curiosità, di voglia di fare. Poi, improvvisa, è arrivata la malattia“. Se le foto senza trucco sul Sunday Times del gennaio 2014 erano sembrate quasi un gioco per dissimulare, ostentandola, la sua vecchiaia, oggi Berlusconi riconosce l’implacabilità dell’anagrafe. “Con l’operazione che ho subito – afferma l’ex cavaliere, ripensando all’intervento cui si è sottoposto nel giugno scorso, per la sostituzione di una valvola aortica – è arrivata forte la consapevolezza che sono un uomo di ottant’anni“. E forse è anche per questo che Berlusconi rinuncerà a celebrare il 29 settembre in modo sfarzoso. “Nessuna festa di compleanno – annuncia – Farò solo una cena con i miei cinque figli. E ho pregato tutti quanti di non farmi nessun regalo. Se proprio vogliono, facciano beneficenza“.
Poi, ovviamente, c’è la politica. Quel campo che Berlusconi ha dimostrato anche in un passato assai recente di non voler abbandonare. O non subito, quantomeno, e non del tutto. Era la fine di agosto, quando il leader di Forza Italia smentiva, tramite Libero, le indiscrezioni su un suo definitivo passo indietro. Era stata l’ultima sua “uscita” ufficiale. Ora, dalle colonne di Chi, Berlusconi si limita invece a ripercorrere alcune delle tappe più significative della sua carriera da uomo di Stato. “La politica non mi ha mai appassionato. Mi ha fatto solo spendere un sacco di tempo e di energie”. Il ricordo corre al 1994. “Se sono sceso in campo è solo per impedire l’ascesa dei comunisti al potere, visto che Tangentopoli aveva praticamente cancellato la storia e i protagonisti di tutti e cinque i partiti democratici che ci avevano governato per cinquant’anni. Non esistevano altre alternative”. Ma quando gli si chiede un bilancio della sua avventura degli ultimi due decenni, Berlusconi non ha dubbi: “So solo che tanto in politica estera quanto in politica interna non ho mai sbagliato un colpo. E non sono caduto per colpa mia”. Immediato, poi, il ricordo dei tanti “tradimenti” subiti, delle tante volte in cui i suoi alleati gli hanno voltato le spalle. “Pensandoci bene – spiega Berlusconi – non mi viene in mente neppure un nome di un vero amico in politica. Ma non sono tipo da portare rancore: chi ha tradito non ha tradito me, ma gli elettori che l’avevano portato in Parlamento”.
Meglio, allora, ripiegare sugli affetti. “L’amore – dice Berlusconi – è stato importante nella mia vita, ma, confesso, la passione e l’impegno per il mio lavoro hanno spesso preso il sopravvento”. C’è allora tempo per ricordare le donne più importanti, fino ad arrivare a Francesca Pascale. “Non c’è alcuna crisi tra noi, come invece si ostinano a scrivere i giornali”.