Alla prima cittadina del Movimento 5 Stelle è arrivata anche una sorta di preghiera da parte di Franco Carraro, ex sindaco di Roma e senatore di FI, già presidente Figc e Coni. "Per favore, incarichi l’assessore all’Urbanistica di verificare se la candidatura è conciliabile con la vostra visione della città nel futuro
“Roma è capitale anche senza i Giochi olimpici”. Virginia Raggi ribadisce il suo no alle Olimpiadi, ripete che sono i costi e non la corruzione a motivarlo, ascolta i senatori che la implorano di cambiare idea e sfida il governo rilanciando l’idea di un “patto per Roma” da oltre 4 miliardi di euro. La sindaca del M5s replica agli appelli e alle domande dei parlamentari della commissione Beni culturali e Sport che il no “non deve essere un ricatto politico – economico” per togliere a Roma ciò che è stato dato, ad esempio a Milano. La cifra di 4 miliardi e mezzo la quantificò nei giorni scorsi l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini sulla scorta del miliardo e mezzo dato al primo cittadino del capoluogo lombardo Beppe Sala: “Se pensiamo al rapporto con la popolazione, Roma ha dunque un credito di 4,5 miliardi”, sentenzio Berdini. “Come è stato fatto il patto per Milano – ha detto – non vedo perché il Governo non possa sottoscrivere un Patto per Roma, utilizzando proprio quelle economie che derivano dalla mancata candidatura ai Giochi Olimpici”.
Soldi che, nelle intenzioni del Campidoglio, dovrebbero servire anche per finanziare opere per il trasporto pubblico non inquinante e per la riqualificazione degli impianti sportivi delle periferie. Immediata la replica di Palazzo Chigi che, per bocca del sottosegretario Claudio De Vincenti, rimanda al mittente la richiesta. “Siamo pronti al Patto per Roma – spiega – ma il sindaco Raggi non pensi di bluffare con noi: i soldi che sarebbero arrivati su Roma per le Olimpiadi andranno a Parigi o a Los Angeles (le città ancora candidate, ndr). Aver rinunciato alle Olimpiadi toglierà perciò risorse alle periferie romane”. “Il Comune di Roma è il Comune più aiutato dallo Stato italiano, grazie ai soldi per il Debito, fatto dai romani e pagato dagli italiani, se il sindaco Raggi non riesce ad averne contezza può agevolmente chiedere al suo assessore al Bilancio. O a chi per lui”.
La sindaca è ritornata sulla questione costi/corruzione: “In questi ultimi giorni si prova ad accostare il no a una presunta accusa di corruzione. La corruzione a Roma è certificata dalle indagini di Mafia Capitale. Questo non è minimamente un tema preso in considerazione, altrimenti dovremmo dire chiudiamo Roma. Noi dovremo estirpare la corruzione con l’aiuto dell’Anac” ma sul fronte olimpico “alla luce delle evidenze dei costi Roma non può permettersi di indebitarsi ulteriormente. Abbiamo un debito che nel 2008 ammontava a 2 miliardi”.
Alla prima cittadina del Movimento 5 Stelle sono arrivate molte domande e appelli, ma anche una sorta di preghiera da parte di Franco Carraro, ex sindaco di Roma e senatore di FI, già presidente Figc e Coni. “Per favore, incarichi l’assessore all’Urbanistica di verificare se la candidatura è conciliabile con la vostra visione della città nel futuro. Contemporaneamente il Coni si confronti con governo, Regione, enti interessati. Al termine di questa istruttoria faccia, a gennaio, al Consiglio comunale un proposta motivata sulla scelta di mantenere o meno la candidatura”. Gli studi citati, attacca Carraro, “sono abbastanza approssimativi: Barcellona, Sidney e Londra hanno perfettamente centrato gli obiettivi dati non dai ricavi, ma dal combinato disposto tra sistemazione della città, attrazione” e altri elementi. “La nostra posizione è stata sempre chiara, sin dalla presentazione della candidatura e noi quattro, il gruppo consiliare, già votammo contro. Avevamo iniziato a fare uno studio comparativo sui costi ed evidenze storiche ci dimostravano come gli investimenti che il Cio, i governi e le città dovevano sostenere per ospitare i giochi non erano mai ripagati dai ricavi delle olimpiadi, né contribuivano a creare qualcosa di duraturo per le città. Sono fuori da ogni logica economica” sottolinea la sindaca.
Virginia Raggi ha quindi nuovamente spiegato i motivi del no a Roma 2024: “Ci siamo trovati davanti questo quadro sconfortante: nelle palestre scolastiche capire se ci sono interventi da fare, sulla presenza di amianto, se c’è se non c’è. Oltre alle palestre delle scuole, abbiamo impianti comunali, 162 se non sbaglio, in condizioni molto critiche. Gestiti tramite concessioni, l’amministrazione per molti anni è stata inerte nell’adempimento dei suoi obblighi. Abbiamo piscine dove piove dentro. Un panorama di strutture in pochi casi adeguate. Abbiamo di fronte sprechi e inefficienze accumulate negli anni e stiamo già mettendoci le mani”. Raggi ha parlato della volontà del “risanamento plessi scolastici” e di “riportare lo sport al centro di uno stile di vita sano. Un nuovo corso per ridare nuova linfa allo sport con la creazione di una rete di corsie e piste ciclabili”.
Infine la questione economica: “Con 13/16 miliardi di debito, che altre garanzie dobbiamo sottoscrivere? I debiti contratti con le Olimpiadi avrebbero gravato sulla testa nostra, dei nostri figli e dei figli dei nostri figli. Stiamo ancora pagando le indennità degli espropri delle Olimpiadi del ’60. Sono tutti soldi sottratti alla scuola e alla sanità che sta andando verso una progressiva privatizzazione. Non ce la siamo sentita, sarebbe stato da irresponsabili dire sì”.
“È vero che Roma ha una vocazione turistica importante, è vero che Roma è la Capitale d’Italia ma è pur vero che attualmente il sistema elettorale previsto per la città di Roma è rivolto per quanto riguarda l’elettorato attivo ai romani. Per cui nonostante l’ampio respiro nazionale e internazionale attualmente a Roma devono votare i romani. Se poi intendiamo coinvolgere anche altre ali della popolazione, siete voi seduti in Parlamento, cambiate il sistema elettorale e a e Roma dal prossimo anno voteranno anche i cittadini italiani o perché no tutti gli europei. Va bene, il sindaco lo eleggono tutti. Io posso dire che il 60 percento dei romani che ha votato ha votato un programma nel quale il no alle Olimpiadi era scandito in maniera molto netto – ha sottolineato – Quindi riteniamo che la popolazione dei romani che si è pronunciata sul punto aveva un’idea molto chiara di quello che questa amministrazione avrebbe fatto. Noi abbiamo una visione e in questa visione abbiamo appena detto sì agli Europei 2020, abbiamo intenzioni di aprire Roma a eventi internazionali. Noi non terremo Roma chiusa entro il raccordo“.
Rispondendo agli interventi delle senatrici Petraglia e Idem la Raggi ha replicato: “Il dossier olimpico è generico e gravemente incompleto. Noi chiederemo che i soldi il governo pensava di impegnare sulla città di Roma per i Giochi lo faccia a prescindere dalle Olimpiadi perché le carenze che abbiamo nelle infrastrutture sono quotidiane e non devono accendersi solo per le Olimpiadi. Lo chiederemo formalmente. Anche perché Roma vivrà a dispetto delle Olimpiadi. Sicuramente avremo un’interlocuzione con il governo per spostare questi fondi da un evento al quotidiano”. Sarà presentata una mozione dai consiglieri del M5s “che sarà votata e che se dovesse passare l’amministrazione porrà gli atti necessari per revocare l’adesione alla candidatura di Roma“.
Intanto domani ci sarà una seduta straordinaria del consiglio regionale del Lazio per chiedere al presidente, Nicola Zingaretti, di adottare “ogni iniziativa per rafforzare la candidatura della Capitale” valutando anche le richieste di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo di Olimpiadi diffuse.