L’obiettivo è arrivare a sentenza prima del 6 ottobre prossimo, giorno in cui l’accusa per Guido Bertolaso, ex capo della Protezione civile, andrà in prescrizione insieme agli altri filoni legati alle inchieste sul terremoto che colpì L’Aquila: saranno passati, infatti, 7 anni e 6 mesi dalla scossa delle 3.32 del 6 aprile 2009. Oggi per l’ex candidato alla poltrona di sindaco di Roma sono stati chiesti tre anni dal procuratore generale Romolo Como nell’ambito del cosiddetto processo “Grandi rischi bis“. Bertolaso è accusato di omicidio colposo plurimo e lesioni, in particolare per aver organizzato una “operazione mediatica perché vogliamo rassicurare la gente”, come disse – intercettato – convocando la riunione di esperti del 31 marzo 2009, cinque giorni prima del terremoto del 6 aprile. Leggi le intercettazioni
Al processo in corso a L’Aquila oggi si è tenuta la penultima udienza del processo, dedicata alla requisitoria del pg e all’arringa dell’avvocato distrettuale dello Stato, Filippo Patella, che assiste il responsabile civile, ovvero la presidenza del Consiglio da cui dipende il dipartimento di Protezione civile. Dovrebbe slittare, invece, al prossimo appuntamento – l’ultima udienza fissata per venerdì prossimo 30 settembre – l’arringa difensiva del legale di Bertolaso, Filippo Dinacci. Oltre al suo intervento previste anche la replica dell’accusa, eventuali controrepliche dei difensori, camera di Consiglio e sentenza.
L’imputato disse che avrebbe rinunciato alla prescrizione
Nei mesi scorsi Bertolaso disse che avrebbe rinunciato alla prescrizione appena la legge glielo avesse consentito, secondo lui il 7 ottobre, ma nell’udienza precedente l’avvocato Dinacci ha ufficializzato il contrario, rinunciando, però, alla lunga lista dei testi difensivi, per accelerare le tappe e portare comunque il processo prima del termine a una sentenza che, se fosse di condanna, manterrebbe effetti validi sul piano civile ovvero del risarcimento danni ai famigliari delle vittime. Nel procedimento principale i sette esperti della Commissione Grandi Rischi sono stati processati per aver rassicurato la gente e sottovalutato il rischio sismico che c’era, condannati in primo grado e assolti in Appello e Cassazione, ad eccezione dell’allora numero due di Bertolaso, Bernardo De Bernardinis, condannato in via definitiva a due anni di reclusione.