Senza regole e a parti invertite: lei parte sulla difensiva e finisce all’attacco; lui fa bene la fase di studio, ma poi cede un po’ alla distanza. Il match è regolare, l’arbitro non fischia a sproposito e, alla fine, il verdetto del pubblico è apparentemente netto: vince Hillary la secchiona, mentre Trump l’istrione s’innervosisce e finisce a tratti con il farfugliare. Lui la prende in giro perché s’è preparata al dibattito, ma lei reagisce: “Mi sono preparata a fare il presidente”; e riesce – nota in un tweet Federico Rampini – “a fare perdere la calma a Donald più d’una volta”, è “implacabile” nella sfida dei nervi.
#debates2016 Hillary è riuscita a far perdere la calma a Donald più di una volta, nella sfida dei nervi è stata la più implacabile.
— Federico Rampini (@FedericoRampini) 27 settembre 2016
E’ stato un dibattito in crescendo, il primo in diretta televisiva fra Hillary Clinton e Donald Trump: partiti senza affondare i colpi, i due candidati alla Casa Bianca hanno finito con prodursi in attacchi anche personali. Più presidenziale e controllata la democratica, inizialmente più aggressivo e assertivo il repubblicano, hanno parlato ai propri elettori più che provare a conquistare quelli altrui.
E lo hanno fatto senza essersi dotati, com’è tradizione, di una rete di sicurezza: Hillary e Donald, infatti, non hanno firmato nessun impegno ad evitare l’uno o l’altro tema scomodo. Il match, che sarà in tre round, si svolge quindi senza regole reciproche di buona condotta. Dal punto di vista dello spettacolo, ha funzionato: attacchi a tutto campo, dai comportamenti personali ai programmi politici ed economici.
Dai primi commenti, emerge un sostanziale pareggio. Ma i sondaggi a caldo sembrano indicare che c’è stato un vincitore per l’opinione pubblica: per la Cnn, che fa un rilevamento in tempo reale, Hillary ne esce meglio per il 62% degli intervistati, quasi i due terzi. Un risultato più netto rispetto alle prime sensazioni di analisti ed esperti. La Monmouth University chiede online se il magnate ha la stoffa per fare il presidente: il 61% risponde no, il 35% sì.
E l’editorial board del Washington Post, già schieratosi contro Trump, commenta senza ambiguità: ”Il primo dibattito televisivo ha mostrato ancora volta che c’è un unico candidato adatto alla presidenza”, la Clinton, ”non perfetta ma esperta e sicura”. Il dibattito ”ha raccontato la storia delle presidenziali di quest’anno. Il processo delle primarie repubblicano fallito, con la designazione di un candidato che in modo cinico o per ignoranza vende una visione distorta della realtà, squalificando se stesso praticamente con ogni su affermazione”.
I due rivali si sono presentati sul palco della Hofstra University, a Hempstead, Stato di New York, con i colori invertiti: la Clinton, in rosso; Trump in abito scuro, con una cravatta blu elettrico. C’è stata una stretta di mano al centro della scena: più sicuro di sé lui; misurata nei movimenti e un po’ ‘ingessata’ lei.
In prima figlia, le rispettive famiglie: Bill Clinton, l’ex presidente, ha stretto la mano a Melania, l’attuale moglie di Trump, in nero, a Ivanka, la figlia, in bianco, e a tutti gli altri del clan rivale. Quando tutto è finito, il magnate, in modo del tutto inusuale, è sceso in sala stampa, a spiegarsi ulteriormente: quasi un’ammissione d’insoddisfazione della propria prestazione.
Il fondale era dominato da diverse tonalità di blu scuro. Il moderatore Lester Holt, Nbc, un nero, repubblicano – ma non s’è visto -, ha innescato la discussione partendo dall’economia e passando poi alla sicurezza e alla politica estera. C’è pure uno spazio lasciato a polemiche specifiche, come sull’atto di nascita del presidente Obama o sui trascorsi e la ricchezza del Trump imprenditore.
Diversi su tutto, i due candidati hanno avuto scambi man mano più vivaci. Trump dice che Hillary “non ha la tempra” per essere presidente; lei replica che lui “insulta le donne” e le minoranze. Hillary ricorda quello che lei ha fatto nella sua vita politica, lui ribatte “Lo hai fatto male”. Trump le rimprovera di non avere pubblicato le sue mail di quando era segretario di Stato; Hillary suggerisce che lui nasconda qualche cosa, rifiutandosi di pubblicare la propria dichiarazione dei redditi. Botta e risposta in questo scambio: ”Donald mi critica per essermi preparata a questo dibattito. Sapete per cos’altro sono preparata? Sono preparata per essere presidente”; “Io ho un carattere vincente, tu no”.
E ancora: “Manchiamo di leadership, colpa di gente come la Clinton” – Trump -; “Donald ha storie di pregiudizi razziali” – Hillary -. Lui la mette sul nuovo contro il vecchio; lei sull’esperienza contro l’approssimazione (invita spesso a verificare la veridicità delle dichiarazioni del rivale).
Trump procede per affermazioni categoriche, Hillary cerca di richiamarsi ai fatti. Resta da vedere quanto e come il dibattito avrà cambiato le posizioni fra i due candidati, arrivati quasi in equilibrio al confronto, anche se un sondaggio della Nbc, pubblicato immediatamente prima del dibattito, dà la Clinton al 45% e Trump al 40%, con il libertario Gary Johnson al 10% e la verde Jill Stein al 3%.