Televisione

Bring the noise, l’ottimo Alvin conduce “una versione 2.0 di Furore”. Unico rischio del programma? L’eccessiva ‘caciara’

In una serata televisiva difficile, con Chi l'ha visto? su RaiTre, Rimbocchiamoci le maniche con Sabrina Ferilli su Canale5 e la Champions su Premium, Bring the noise si è difeso bene anche sul fronte degli ascolti, ottenendo una media di 1.442.000 spettatori (share del 6,94%). Un risultato che diventa ancora più importante se consideriamo le fasce d'età che rappresentano il target naturale di Italia1: 15,21% tra i 15 e i 34 anni, addirittura il 18,12% tra i 15 e i 19

di Domenico Naso

Alvin è bravo, bravissimo. Lo scrivevamo in tempi non sospetti, quando ci chiedevamo quanto tempo sarebbe passato ancora prima di vederlo in un programma tutto suo. L’occasione è arrivata, finalmente, con la puntata di esordio su Italia1 di Bring the Noise, una sorta di Furore 2.0, un gioco musicale tra due squadre di personaggi famosi. Oltre due ore di cazzeggio allo stato puro, di divertimento, con un linguaggio e un ritmo decisamente indirizzati al target giovanile abituale della rete più fresca di Mediaset.

L’esperimento (che poi tanto esperimento non è) è in parte riuscito. Il programma ha molti pregi: il primo, appunto, è la conduzione di Alvin. Sempre gagliardo e spigliato, coinvolge ospiti e pubblico e soprattutto ha l’umiltà (rara, tra i conduttori) di lasciare ampio spazio agli ospiti famosi e al loro istrionismo. Alcuni tra i giochi proposti, poi, sono divertenti assai, a cominciare da Cambia genere, il gioco finale che decide la squadra vincitrice. Da salvare anche l’atteggiamento scanzonato della trasmissione, che cazzeggio vuole essere e cazzeggio è, senza prendersi troppo sul serio.

Forse addirittura il cazzeggio, di tanto in tanto, diventa addirittura troppo, rischiando di buttarla troppo in caciara e confondendo il pubblico a casa. E il punto debole del programma, sicuramente rimediabile, sono proprio le sbandate che ogni tanto prende il tutto. Alvin in questo deve essere più di polso, forse, perché mercoledì sera sembra divertirsi così tanto che in alcuni momenti dimenticava persino di essere il conduttore e si lasciava prendere dal cazzeggio.

In una serata televisiva difficile, con Chi l’ha visto? su RaiTre, Rimbocchiamoci le maniche con Sabrina Ferilli su Canale5 e la Champions su Premium, Bring the noise si è difeso bene anche sul fronte degli ascolti, ottenendo una media di 1.442.000 spettatori (share del 6,94%). Un risultato che diventa ancora più importante se consideriamo le fasce d’età che rappresentano il target naturale di Italia1: 15,21% tra i 15 e i 34 anni, addirittura il 18,12% tra i 15 e i 19.

Con Bring the Noise, dunque, Italia1 ritrova un pubblico che negli ultimi anni era approdato altrove o, peggio ancora, aveva abbandonato la tv. Non è un programma rivoluzionario, sia chiaro, visto che come dicevamo è la riproposizione in salsa contemporanea di format già visti. Ma dalle parti di Mediaset rappresenta comunque un passo avanti importante sul fronte dell’intrattenimento. Finalmente si esce dal tunnel dei reality o dell’usato garantito e si prova a proporre qualcosa di diverso. È tutto perfettibile, ovviamente, e Bring the Noise ha enormi margini di miglioramento. Ma con un conduttore come Alvin, finalmente smarcatosi dal ruolo di spalla, tutto si può fare e le premesse sono più che buone.

Magari tenere la barra dritta con più perizia non sarebbe male, giusto per evitare quell’effetto “facciamo casino” che ogni tanto ci ha destabilizzati e per qualche minuto ci ha fatto dubitare sulla resa della trasmissione. E la fortuna della prima puntata è stata anche l’azzeccata scelta degli ospiti: Katia Follesa, Paola Barale, Jake LaFuria, Francesco Cicchella, Andrea Pucci, Fabio Rovazzi, Francesco Facchinetti e Mercedesz Henger. In un programma come Bring the Noise, i concorrenti famosi valgono almeno metà della serata e ora la sfida e non abbassare il livello dalla seconda puntata in poi. Buona la prima, dunque? Sì, ma senza esagerare con l’entusiasmo. Anche perché da Alvin ci aspettiamo faville: è l’Alessandro Cattelan di Mediaset e dalle parti di Cologno, forse, stanno cominciando a capirlo.

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