I risultati della ricerca commissionata da Google che ha analizzato come gli italiani tra i 50 e i 60 anni si rapportano al web: sebbene per il 94% di loro avere competenze digitali è importante per ricollocarsi professionalmente, solo il 14% ha partecipato a corsi
Over 50 e competenze digitali: un’opportunità che rischia di non essere colta. Non solo dai giovani, ma anche da chi ha perso il lavoro ed è in cerca di nuova occupazione. Una ricerca commissionata da Google a Ipsos, che ha analizzato come gli italiani tra i 50 e i 60 anni si rapportano al web, ha rilevato che sebbene per il 94% di loro avere competenze digitali è importante per ricollocarsi professionalmente, solo il 14% ha partecipato a corsi di formazione per migliorare le proprie conoscenze. Per la ricerca di Google impiegati, operai, artigiani, ma anche dirigenti, lavoratori autonomi e imprenditori, da Nord a Sud, hanno raccontato come si approcciano al mondo di Internet e quanto considerano le competenze digitali rilevanti per reinserirsi nel mondo del lavoro. “Nel febbraio scorso a Bruxelles abbiamo annunciato il nostro impegno per formare due milioni di cittadini europei, mettendo a disposizione la nostra expertise in materia di digitale”, ha dichiarato Fabio Vaccarono, managing director di Google in Italia, presentando i risultati dello studio. “La necessità di acquisire competenze sul web, come ha dimostrato la ricerca di Ipsos – ha continuato – riguarda anche coloro che hanno alle spalle una storia professionale e sono oggi alla ricerca di un nuovo lavoro”.
I DATI SULLE COMPETENZE DIGITALI – La ricerca di Ipsos ha rilevato che, se da un lato oggi le competenze digitali rappresentano un tema sempre più attuale, dall’altro si tende a parlarne solo con riferimento ai più giovani. L’Unione Europea, del resto, stima che entro il 2020 saranno 900mila i posti di lavoro vacanti proprio per la carenza di queste specifiche competenze. Già oggi circa il 40% della forza lavoro in Europa non ne possiede in modo adeguato rispetto alle necessità e il 14% ne è totalmente sprovvisto. “Un’opportunità che rischia di non essere colta da chi oggi cerca lavoro – sottolineano i ricercatori -, non solo dai più giovani, ma anche da quelle fasce di popolazione colpite dalla crisi economica che provano a reinserirsi”. A dispetto dei dati: le imprese che usano attivamente il web, infatti, crescono fino a 4 volte più velocemente di quelle che non hanno un sito internet o non fanno attività di marketing digitale per promuoversi. Non solo: creano nuovi posti di lavoro due volte più velocemente e sono il 50% più inclini a vendere prodotti e servizi anche all’estero.
GLI OVER 50 E INTERNET – Secondo quanto emerge dallo studio di Ipsos, la fascia di popolazione degli over 50 ha con Internet e con gli strumenti digitali un rapporto ambivalente. Indubbio l’utilizzo del mezzo: gli intervistati dichiarano infatti di accedere al web quotidianamente nella maggior parte dei casi (78%), per lo più da smartphone (77%), e di essere in grado svolgere con dimestichezza attività semplici come spedire o ricevere email o utilizzare un motore di ricerca. L’importanza di possedere competenze digitali è largamente riconosciuta. Gli intervistati riconoscono in maniera quasi unanime (94%) la rilevanza delle cosiddette digital skills, tanto per la sfera personale quanto per il mondo del lavoro. “Per quasi il 60% di loro – rivela la ricerca – possedere competenze in ambito digitale favorisce la ricerca di una nuova occupazione, sia che si voglia restare all’interno del proprio ambito lavorativo, sia come opportunità per aprire nuovi sbocchi professionali”.
IL NODO DELLA FORMAZIONE – Nonostante la dichiarata consapevolezza dell’importanza delle soft skills, emerge una profonda lacuna dal punto di vista formativo: solo il 14% degli intervistati, infatti, ha svolto negli ultimi 2 o 3 anni corsi o approfondimenti per ampliare e migliorare le proprie competenze. Quali sono le barriere? Diverse le ragioni fornite dal campione per giustificare questo gap: il 48% dichiara di aver dato priorità ad altro, il 45% di non aver avuto ancora l’occasione di approfondire attraverso un momento dedicato alla formazione, mentre per il 22% il limite maggiore è rappresentato dalla mancanza di tempo. “Tutte motivazioni – concludono i ricercatori – che sembrano comunque escludere un disinteresse”. D’altra parte, gli ostacoli a una piena fruizione del digitale riscontrati tra i 50-60enni italiani non rappresentano barriere insormontabili: “Una completa padronanza della lingua inglese (22%) – risulta dallo studio – la mancanza di una figura che sia una guida a cui fare riferimento (20%), la difficoltà di dare concretezza a quanto si apprende (13%) sono i timori manifestati più frequentemente da chi si approccia al web”. Eppure secondo la Commissione Europea, entro il 2020, l’85% di tutti i lavori necessiterà di competenze digitali.