Scontro rovente in più atti, durante L’Aria che Tira (La7), tra il giornalista Gianluigi Paragone e il neo presidente del cda del quotidiano L’Unità, Chicco Testa. Il perno del dibattito è incentrato sulla situazione economica del Paese e sui dati di occupazione in Italia. Una prima polemica tra i due contendenti si ha sulla crisi del mercato siciliano di Ballarò e riesplode sul Jobs Act, criticato dal conduttore de La Gabbia: “Mi sembra che i dati sulla riforma del lavoro siano di un segno contrastante rispetto alla narrazione renziana”. “Non è vero, i dati sono ottimi”, ribatte Testa. “Ormai i contratti a tempo indeterminato stanno cadendo” – continua Paragone – “Il contratto di lavoro è a tutele crescenti, come la tessera a punti dei supermercati. Metti il bollino ogni volta che sei sempre più fedele all’azienda, cioè ai diktat del padrone”. “Chissà come sono pagati i tuoi collaboratori” – commenta l’ex presidente di Lega Ambiente – “Io invece farei una bella battaglia sindacale nei confronti di Cairo per stabilizzare con contratto a tempo indeterminato tutti i collaboratori che avete nelle vostre testate giornalistiche con contratti a termine”. “Caro Chicco” – risponde Paragone – “guarda che i nostri collaboratori hanno molte più garanzie dei giovani che vengono pagati coi voucher per il Jobs Act”. L’atmosfera si accende in studio, coinvolgendo anche l’esponente di Sel, Marco Furfaro, dopo che viene mostrato un servizio su un 63-enne che vive in una roulotte. “Testa è un paradosso della burocrazia” – osserva Paragone – “lui è per il rispetto delle regole. Sicuramente c’è una regola superiore che copre le storie di disoccupazione. Ma questo è il mondo che piace a Chicco Testa”. Furiosa la reazione dell’ex dirigente Enel: “Non dico quel che penso di Paragone, lo dico un’altra volta. Tu non ti devi permettere di dire che questo è il mondo che piace a me. Questo è invece il mondo che piace agli straccioni come te. Io invece cerco di cambiare questo mondo con delle cose concrete”. “Straccione sarai tu” – ribatte il giornalista – “anzi, straccione e voltagabbana. E non fare il fighetto, hai capito?”
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