Un seminario per illustrare la nuova riforma costituzionale. Ma senza sapere se questa sarà mai approvata. Per il prossimo 14 ottobre l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha organizzato infatti un corso per 29 suoi funzionari, in vista dell’entrata in vigore della Carta riformata dalla maggioranza renziana. Peccato che se il 4 dicembre prossimo al referendum vinceranno i No (e i sondaggi al momento non lo escludono) la revisione costituzionale sarà carta straccia. La vicenda tuttavia ha sollevato così tante polemiche che sembra certo, già nei prossimi giorni, un rinvio della lezione a dopo il voto da parte della presidente del consiglio regionale Simonetta Saliera.

Ma andiamo con ordine. Nell’invito al corso recapitato a tutti i funzionari sono illustrate anche le materie: il nuovo Senato e la sua modalità di elezione, i nuovi procedimenti legislativi, la revisione del Titolo V e via discorrendo. A sollevare la polemica sono stati i consiglieri regionali del Movimento 5 stelle e quelli della sinistra di opposizione dell’Altra Emilia-Romagna. Il consigliere 5 stelle Gianluca Sassi denuncia quello che, a suo parere, è un tentativo di fare propaganda elettorale per il Sì tra i dipendenti regionali. Sassi ricorda che l’insegnante del corso sarà Roberto Bin, docente di diritto costituzionale all’Università di Ferrara, convinto sostenitore della riforma e tra i primi firmatari per il Sì. “Si tratta di un chiaro tentativo di indottrinamento dei propri funzionari – spiega Sassi – che a loro volta dovranno ‘illuminare’ tutti i loro colleghi sulle eccezionali virtù di una riforma che avrà come unico effetto quello di devastare la nostra Costituzione”. Secondo Piergiovanni Alleva, consigliere dell’Altra Emilia Romagna, “questi comportamenti nascono dal panico in cui è piombato il Pd a seguito dei sondaggi che indicano una probabile sconfitta di Renzi”.

Sassi, che assieme ad Alleva ha inviato una lettera di protesta alla presidente dell’assemblea Simonetta Saliera, paventa anche la possibilità di un danno alle casse pubbliche: “Chiediamo che il corso venga annullato o posticipato, valutandone l’opportunità in caso di sconfitta del Sì, altrimenti si configurerebbe il danno erariale”, si legge nel comunicato 5 stelle. Che poi prende di mira anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini, Pd, che avrebbe “una paura matta di perdere il referendum, anche tra le mura amiche”. La giunta regionale tuttavia ha replicato spiegando di non avere nulla a che fare con questo corso: “Sassi e Alleva puntano il dito contro il presidente Bonaccini quando parlano di un corso organizzato dall’Assemblea legislativa nell’ambito dell’attività formativa normalmente programmata”, spiega il sottosegretario Andrea Rossi.

Il perché di quella data della lezione, in mezzo alla campagna referendaria, sarebbe da ricercare nel fatto che fu fissata molti mesi fa dagli uffici dell’Assemblea. Molto prima che fosse scelta la data del referendum. Simonetta Saliera, anche lei esponente Pd, è considerata peraltro molto fredda nei confronti della riforma costituzionale voluta da Renzi. Così già lunedì, assicurano fonti vicine alla presidente dell’Assemblea, arriverà il rinvio del seminario a dopo il 4 dicembre, così da evitare polemiche.

Dal canto suo il professor Bin, esperto di diritto costituzionale e regionale, a ilfattoquotidiano.it spiega che per lui, se il corso sarà posticipato o addirittura annullato, non ci sarebbe alcun problema: “Io non faccio il corso se questo sembra inopportuno. Ovviamente però questo dovrebbe deciderlo chi lo ha organizzato. Non ho chiesto io di fare questo corso, ma soprattutto non penso di andare a fare campagna elettorale”. Bin spiega la genesi della vicenda: “La Regione aveva chiesto a una società di organizzare dei corsi. Questa società ha girato a me la richiesta, ma solo in seguito sono stato informato del tema. Quando è stata fissata la data – ragiona Bin – forse si pensava che il referendum si sarebbe tenuto prima”.

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