Silvio Berlusconi ha compiuto ottant’anni. Difficile non accorgersene nella giornata del 29 settembre, con una rilevante copertura nei notiziari Rai. Su tutti spicca il Tg2 delle 13. Il servizio curato da Maria Antonietta Spadorcia va in onda dopo 9 minuti con questo testo:
Ottant’anni, per lui che ha creduto da sempre alla teoria sulla longevità del suo amico don Verzé […] Di fiato, Berlusconi ne ha ancora tanto per spegnere le sue candeline. Futuro, è la parola che usa, mostra orgoglioso la famiglia, i figli, i nipoti: “Passerò più tempo con loro”, ma gli credono poco. [Scorrono le immagini del settimanale “Chi” con le foto di famiglia]. “Berlusconi c’è, tutti lo aspettano” ripete l’amico di sempre Confalonieri, ma non è solo l’affetto, è la consapevolezza di chi lo conosce bene e, infatti, ieri sera, vertice ad Arcore con Salvini e Giorgia Meloni. Il futuro, quello immediato dell’appuntamento elettorale con il referendum, quello in cui si intravede un terzo predellino dopo quello di Casalecchio di Reno del 1993 che preannunciava la sua discesa in campo [immagine del suo primo discorso da aspirante premier] e dopo quello nel 2007 a piazza San Babila, a Milano, per la nascita del Pdl. Ma questo è il passato, quello che ricordano oggi anche i suoi fieri avversari sulle prime pagine di tutti i giornali, con tanto di cronologia di quelle che erano sembrate visioni: Milano 2, le Tv commerciali, il Milan, la sua discesa in campo in politica, la nascita e il ritorno a Forza Italia passando per il Pdl, fino ad arrivare al patto del Nazareno con Renzi. Una corsa di vent’anni, follia forse, come ha sempre detto citando più volte Erasmo da Rotterdam. Chissà che non avesse in mente proprio quel passaggio; “la pazzia costruisce città, imperi, istituzioni ecclesiastiche, religioni, assemblee consultive e legislative”. Ottant’anni controcorrente, dalla comunicazione al modo di intessere i rapporti internazionali […] Ma Berlusconi ora guarda al futuro, a Strasburgo, dove aspetta la sentenza dopo la condanna a Mediaset e la sua decadenza in Senato, a un partito da rinvigorire e da rilanciare. Pareva un’avventura e niente più cantava con Apicella (in sottofondo Berlusconi cantante). E invece, a ottant’anni, pare l’inizio di una nuova corsa.
Prima domanda da porsi: il compleanno di Berlusconi è una notizia? Evidentemente sì, dal momento che nel servizio viene considerato come padre della patria o alla stregua di un premio Nobel, la cui opera è apprezzata in patria e nel mondo.
Seconda domanda: se si accetta che il “genetliaco” sia una notizia, quanto spazio deve occupare? Complessivamente il Tg2 delle 13 vi dedica 1/6 del notiziario, spazio indubbiamente rilevante. L’altro elemento di notizia che contiene il servizio, è la riunione del centro destra ad Arcore. E tutto il resto che cos’è? L’editore, imprenditore e politico statunitense William Randolph Hearst – la cui figura ha ispirato Orson Wells per il film Quarto potere –affermava che “un articolo di giornale deve dare fastidio a qualcuno: altrimenti è solo pubblicità”.
Dove andrebbe collocato un servizio del genere? Dal taglio che assume, il contributo si presenta come un inserto di costume, solitamente realizzato su persone dello spettacolo. Si tratta di notizie leggere (“soft news”) che i telegiornali più scadenti infilano per non parlare della realtà, ma che hanno notevole incidenza sul pubblico.
Dopo questo contributo, il “notiziario” prosegue con un altro servizio.
Rileggere quegli anni attraverso le parole dei primi due portavoce del Berlusconi politico […] ci svela tratti, angolature ancora non conosciute di una storia italiana, unica e irripetibile.
Storia italiana ricorda il titolo dell’agiografia di Berlusconi, distribuita a tutte le famiglie italiane, per un totale di 6.000 tonnellate di carta, in occasione delle elezioni del 2011. I portavoce sono Jas Gawronski e Antonio Tajani, quest’ultimo per le “angolature ancora non conosciute” rivela: “Concludevamo le nostre giornate andandoci a mangiare una fetta di crostata nella cucina di Arcore”.
Nessuna intervista a un suo avversario, nessuna analisi critica. Si confida nell’oblìo del pubblico che, al di là dei guai giudiziari di Berlusconi, ha quasi dimenticato le leggi ad personam blocca processi, le leggi sul conflitto di interessi firmate dai suoi compagni di partito (legge Frattini), la depenalizzazione del falso in bilancio, il condono sui danni all’erario, la legge Gasparri, il decreto salva Rete 4, lo scudo fiscale, eccetera eccetera.
L’unica domanda da porsi è: come hanno cambiato il nostro Paese queste leggi?
Eppure sarebbero bastati pochi secondi per completare il servizio sui portavoce di Berlusconi, fornendo una parvenza di equanimità allo spettatore che paga il canone. Bastava aggiungere il commento di Indro Montanelli: “Berlusconi non ha idee. Ha solo interessi”. E la Rai? “Tua e di tutti”.