Cinema

Pets – Vita da animali, cosa fa il vostro cane quando resta solo in casa? Dal 6 ottobre la risposta è al cinema

E' stato campione d’incassi dell’estate al box office Usa guadagnando oltre 833milioni di dollari in un paio di mesi di programmazione, risultando il 53esimo miglior incasso della storia mondiale del cinema, leggermente dietro a un capolavoro come Inside Out (50esimo), ma davanti a titoli come Spider man e Inception

di Davide Turrini

Cosa fa il vostro cane quando uscite di casa e lo lasciate lì, dietro la porta, con il musetto abbacchiato e gli occhioni languidi? Ebbene Pets – Vita da animali, in sala (finalmente) in Italia il 6 ottobre 2016 vi darà la risposta, proprio come se prima di andarvene aveste sguinzagliato videocamere sparse per l’appartamento modello microspia. Chiaro, stiamo scherzando. Ma il film d’animazione targato Illumination Entertainment, quelli dei Minions e Cattivissimo Me, è davvero un gioco spiritoso e divertito sull’affabulante potere canino (e felino) di attirare l’attenzione sulla propria buffa, mimetica, e solidale anima casalinga. Spesso si ripete la frase fatta sui film per adolescenti con uno “sguardo ad altezza bambino”. Ecco che per Pets, allora, coniamo lo sguardo ad “altezza cagnino”.

Probabile che il plot sia conosciuto da tempo, visto il battage pubblicitario online. Per sommi capi però recuperiamo la direttrice d’osservazione proprio ad altezza cinecamera che vuole Max, il classico saltellante e vivace Jack Russell, rimanere in attesa della propria padrona dopo una giornata di lavoro nella più classica New York fin de siecle. Scorrono carrellate e sequenze all’interno degli appartamenti vicini dove i colleghi di Max fingono apparentemente la tragica e penosa attesa dei padroni, ma appena questi ultimi hanno chiuso la porta si scatenano come folli, tra cibo da ingurgitare, grattatine artificiali su schiena e pancia, addirittura musica metal sparata a mille tra i lindi divani upper class. Però il ritorno a casa della padroncina di Max provoca un certo scompiglio, perché la ragazza ha portato con sè un enorme e un po’ citrullo “meticcio” da canile, e il povero “jackino” dovrà condividere cuccia e croccantini con il mastodontico ospite. Il giorno dopo, uscita la padroncina, la storia si ripete. Questa volta però la lite tra Duke e Max finisce maluccio e ben oltre il salotto di casa, con tanto di feroci  accalappiacani al seguito e l’incontro con una banda di animaletti rivoluzionari (tra cui un coniglietto bianco e un maialone tatuato) che sta organizzando la ribellione ai “padroni” nei sotterranei della Grande Mela. Il ritorno a casa dei due, entro l’orario di rientro dalla padrona, sarà rocambolesco e avverrà solo grazie all’aiuto di un gruppetto di cani, gatti&co. vicini di casa.

Pets – Vita da animali ha un inizio fulminante, una dozzina di minuti accattivanti ed ipnotici rispetto alla rappresentazione di tic, debolezze e smorfie da simpatiche canaglie canine che soltanto chi ha vicino a sé un beato amico a quattro zampe ogni giorno riconoscerà con grande ilarità. Dopodiché, appena la storia assume i connotati da action movie, da film di “fuga”, ecco che l’esperienza di scrittura per non concedere pause o sbavature nei dialoghi, e il lavoro sul ritmo grazie al montaggio, prendono il sopravvento. Leggermente sbilanciato a metà corsa sul binario dell’azione, Pets però non deraglia mai, carico com’è di una missione comica, e a tratti esilarante, che si appoggia anche a un pout pourri musicale di primo livello (la sequenza tra le salsicce alla Willy Wonka con in sottofondo il tema di Grease è probabilmente la più riuscita), e alla più classica delle configurazioni architettoniche/urbane, quell’alto/basso, quella verticalità continuamente disegnata e percorsa dei protagonisti a quattro zampe che garantisce verosimiglianza in un contesto metropolitano riattualizzato, tendente ai cromatismi della prima mezz’ora del disneyano Up!

Pets è stato campione d’incassi dell’estate al box office Usa guadagnando oltre 833milioni di dollari in un paio di mesi di programmazione, risultando il 53esimo miglior incasso della storia mondiale del cinema, leggermente dietro a un capolavoro come Inside Out (50esimo), ma davanti a titoli come Spider man e Inception. Il regista Chris Renaud ha diretto altri due film Illumination Entertainment, Cattivissimo me (2010) e Lorax (2012), ma è ricordato per aver sostanzialmente inventato il celebre scoiattolino Scrat della serie Ice Age con il corto No time for nuts di cui aveva curato e supervisionato ogni fase della lavorazione. La Universal che produce e distribuisce il film ha già annunciato un sequel in uscita nel 2018.

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