Dopo un anno di gestazione, ci siamo: il disegno di legge sulla Concorrenza approda in Senato e, tra le tante novità, vi è quella dell’obbligatorietà delle scatole nere da installare sulle autovetture. Una misura voluta da anni dalle assicurazioni per arginare il fenomeno delle frodi che costano mediamente 12 miliardi l’anno. E che sicuramente farà felice un manipolo di aziende che producono il macchinario.
Il disegno di legge sulla Concorrenza, licenziato prima della pausa estiva dalla Commissione Industria del Senato ha dato il via libera alle black box finora facoltative ma che adesso diventeranno un obbligo per tutti gli automobilisti. Entro un anno dall’entrata in vigore della legge sulla Concorrenza, toccherà infatti all’esecutivo adottare uno o più decreti legislativi per “stabilire la progressiva estensione dell’utilizzo dei dispositivi elettronici, con priorità sui veicoli che svolgono un servizio pubblico o che beneficiano di incentivi pubblici e, successivamente, sui veicoli privati adibiti al trasporto di persone o cose, senza maggiori oneri per i cittadini”.
E’ sicuro infatti che quello delle scatole nere è anche un grande business. L’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, ha pubblicato un’indagine in cui emerge come la black box sia presente nel 15,6% dei contratti stipulati nel primo trimestre del 2016, mentre entro il 2020 il numero di auto dotate di scatole nere è destinato a raddoppiare, passando dagli attuali 4,5 milioni a 9 milioni. Chi metterà le mani su questa torta? I principali operatori del settore sono Viasat, Cobra, Infomobility e Octo Telematics. La prima è un’azienda specializzata da oltre trent’anni nella sicurezza, protezione e localizzazione satellitare. Il suo presidente Domenico Petrone è il deus ex machina del provvedimento passato alla Commissione Industria del Senato e da anni batte il tasto dell’obbligatorietà della black box nelle automobili per arginare le frodi ma anche per avere un sistema di controllo sulle dinamiche degli incidenti stradali.
Altra società con grandi capacità industriali è Cobra che da un anno è passata sotto il controllo della Vodafone per 145 milioni di euro con l’obiettivo di trasformare l’impresa in un polo di eccellenza nel settore dell’internet delle cose (quello che gli esperti chiamano MtoM, Machine to machine). Basta leggere il suo portafoglio clienti per capire gli interessi in gioco: da Audi a Ford, ma anche Peugeot, Renault, Seat, Skoda e Toyota, oltre ai Carabinieri, la Guardia di Finanza e le Poste Italiane.
Meno conosciuta è l’Infomobility di Teramo guidata dall’ingegnere Franco Iachini che ha recentemente vinto la gara per la fornitura delle ‘black box’ al Gruppo Generali (Genertel è l’assicurazione di riferimento) e a stringere un’alleanza industriale con il gruppo svizzero Fair Connect SA, il cui investimento ha permesso un aumento di capitale di 15 milioni di euro.
Ma è senza dubbio Octo Telematics la società che attira le maggiori attenzioni. Azienda che ha avuto fasi alterne fino a quando nel 2010 è stata rilevata da Luca Cordero di Montezemolo che attraverso il fondo Charme per 4 anni ne ha valorizzato gli asset trasformandola in una multinazionale che oggi lavora con una base di 2,5 milioni di veicoli che formano la più importante infrastruttura circolante a livello mondiale nel settore delle “auto connesse”. Una cura servita a metterla sul mercato dove per 400 milioni di euro è stata ceduta a Renova Group, fondo posseduto da Viktor Vekselberg, uomo d’affari d’origine ucraine con interessi anche nel settore delle materie prime (alluminio e petrolio). Il magnate, grande amico del presidente Vladimir Putin, non ha nascosto la sua volontà di voler quotare Octo Telematics a Wall Street e ha ricordato come la società oggi controlla 4 milioni di clienti connessi, il 36% del mercato assicurativo globale, raccogliendo 100 miliardi di dati di guida. Così riuscendo a verificare fino a 250 mila incedenti stradali per più di 60 compagnie assicurative. Un vero e proprio “occhio” russo che gestirà migliaia e migliaia di dati degli automobilisti italiani.