Arriverà un momento in cui non comprenderemo le scelte delle intelligenze artificiali che avremo creato. Questo momento ha il nome di Singularity. Il fisico Stephen Hawking ritiene che sarà un punto di svolta non necessariamente positivo per il genere umano.
Oggi ci affidiamo all’intelligenza artificiale per la sua velocità di elaborazione. Ma anche per la sua capacità di leggere e interpretare i dati che produce il mondo che ci circonda, come i big data, e soprattutto di imparare da essi.
Avvocati che ricercavano tra i faldoni dei precedenti legali oggi possono essere sostituiti da Watson, un avanzato sistema di intelligenza artificiale. Analisti che stilavano report finanziari o relativi al meteo sempre più spesso vengono sostituiti da sistemi automatizzati. Anche per la ricerca del percorso più breve nel traffico ormai è di uso comune affidarsi alle elaborazioni dei nostri smartphone.
Arriveranno momenti in cui per alcuni ambiti dovremo riflettere sulla superiorità dell’intelligenza artificiale rispetto a quella umana. Un percorso iniziato quando il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov fu battuto per la prima volta da un computer, Big Blue, nel 1997.
Il percorso dell’intelligenza artificiale è tracciato. Sta a noi (forse) indirizzarne lo sviluppo in modo che sia positivo per tutta la collettività.
A mio padre piaceva riflettere sul futuro e il tema della Singularity lo aveva appassionato nell’ultimo periodo. Per questo aveva progettato un filmato su cosa avrebbe potuto significare questo momento per l’umanità. Non fece in tempo a pubblicarlo. Ho pensato che oggi, il giorno del suo Santo preferito nonché il compleanno del MoVimento 5 Stelle, sarebbe stato un bel giorno per renderlo pubblico e farlo conoscere a tutti.
Davide Casaleggio