“E’ tremendo quello che è successo alla turista australiana stuprata e derubata. Noi denunciamo da anni la pericolosità del Colle Oppio (Roma), lo stato del parco è in totale abbandono. Mia madre è stata molestata quest’estate, ma per fortuna è risuscitata a scappare. E’ una bomba ad orologeria, una polveriera, ma restiamo inascoltati”. Questa la denuncia di Valentina Salerno, abitante del rione romano e membro del comitato cittadino ‘Colosseo, Stop al degrado’. Basta farsi una passeggiata all’interno del parco per capire la gravità del problema sociale. “Di notte non ci passo mai, qui vivono tanti profughi. Ci sono vestiti stesi, sporcizia, degrado, accampamenti fortuiti. E’ pericoloso: c’è poca illuminazione, non stiamo tranquilli”, aggiungono delle passanti. Il parco è un luogo di spaccio. Si trovano siringhe dietro ogni angolo, tossicodipendenti si bucano davanti ai bambini portati a passeggio, anche in pieno giorno. Eroina, cocaina, fumo, circola di tutto. Qui vivono persone di ogni nazionalità. Le risse e le minacce sono quotidiane, soprattutto se si alza il gomito, come i furti e le aggressioni. Il caso registrato l’altro ieri notte non è il primo stupro consumato tra questi cancelli. “Succede di tutto qui, non dovremmo vivere così, io dovrei avere un tetto sulla testa, ho l’asilo politico, mi aspetta una vita terribile”, dice Alì, un ragazzo afghano. Sono stati spesi 400mila euro contro il degrado, previste la chiusura e apertura a tempo controllata dei cancelli del parco, ma nulla. Il problema Colle Oppio rimane. Il comitato, anzi, segnala anomalie: chiavi municipali in mano a parcheggiatori abusivi
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