Dodici sindaci avevano risposto all'appello di Riparte il futuro, per introdurle a cento giorni dall'insediamento delle nuove amministrazioni. La città piemontese e quella ligure sono gli esempi più virtuosi. I due capoluoghi a giunta M5s interessate a introdurre un regolamento ad hoc, e anche Brindisi e Caserta sono sulla buona strada. Silenzio da Varese
In campagna elettorale avevano promesso di introdurre le audizioni pubbliche per la nomina dei vertici delle municipalizzate entro i cento giorni dal loro insediamento. Il conto alla rovescia è quasi terminato per tutti ma, tra i neo sindaci che hanno aderito alla campagna ‘Sai chi voti’, solo quelli di Novara e Savona hanno tenuto fede a uno dei punti cardine proposti da Riparte il futuro per garantire la trasparenza dei criteri di selezione, ed evitare nomine effettuate per fare favori ad amici e compagni di partito. Dieci i casi non virtuosi, o solo in parte, tra cui tre grandi comuni: Roma, Bologna e Torino. Virginia Raggi, Virginio Merola e Chiara Appendino sono in ‘buona’ – si fa per dire – compagnia, visto che neanche i sindaci di Caserta, Trieste, Brindisi, Varese, Latina, Vittoria e Gallarate hanno portato in Consiglio comunale una proposta perfettamente aderente a quanto avevano sottoscritto in campagna elettorale. Contattati da ilfattoquotidiano.it, molti dicono di essere ormai vicini all’approvazione, altri che ci stanno lavorando, mentre qualcuno sembra aver completamente dimenticato l’impegno preso aderendo a ‘Sai chi voti’.
Come funzionano le audizioni pubbliche – “Il meccanismo delle audizioni pubbliche – già utilizzato da altri Paesi, tra i quali Regno Unito, Israele e Nuova Zelanda – prevede che i curriculum dei candidati siano resi disponibili online con anticipo sommato ad un momento di partecipazione in cui componenti della società civile – in particolare giornalisti, attivisti, associazioni e stakeholders – possono pubblicamente porre domande ai candidati e quindi valutare il merito delle risposte”, spiegano da Riparte il futuro che aveva promosso la campagna. In Italia, infatti, ci sono oltre 5mila società partecipate da enti pubblici, che gestiscono milioni di fondi pubblici per l’erogazione di beni e servizi. E con sé portano anche stipendi da decine di migliaia di euro, bonus e benefit aziendali. Le audizioni pubbliche sono dunque un modo per garantire trasparenza e la scelta di vertici competenti e non corrotti, che non siano legati alle amministrazioni da conflitti di interesse.
Gli esempi virtuosi – Tra i casi virtuosi ci sono Savona e Novara. Il 16 settembre, il sindaco della città ligure, Ilaria Caprioglio, e la sua giunta hanno proposto una delibera di modifica del regolamento sulle nomine nelle partecipate che introduce le audizioni pubbliche esattamente nelle modalità proposte da ‘Sai chi voti’, modifica che deve essere approvata in Consiglio comunale. A Novara, invece, a fine luglio il sindaco leghista Alessandro Canelli ha indetto audizione pubbliche per due delle principali partecipate del Comune, Sun e Assa. L’audizione è avvenuta in Consiglio pubblicamente alla presenza dei giornalisti “ma senza rispettare la tempistica consigliata da Sai chi voti”, fanno notare i promotori.
Bologna e Gallarate, nulla di fatto – Completamente diverso l’approccio a Bologna e Gallarate. Il sindaco del capoluogo emiliano, Virginio Merola, puntualizzano da Riparte il futuro, ad agosto ha fatto nomine di stampo tradizionale, ignorando anche una richiesta della consigliera di lista civica Emily Clanci affinché si andasse verso nomine pubbliche. Ilfattoquotidiano.it ha chiesto spiegazioni allo staff del primo cittadino, che non ha voluto commentare. Discorso simile a Gallarate, in provincia di Varese. Il leghista Andrea Cassani ha nominato i componenti di varie partecipate con il vecchio sistema: “Si sono dimessi contestualmente alla mia nomina – afferma – Abbiamo quindi dovuto rinominarli subito, non potevamo rimanere senza governance”. Eppure i criteri di ‘Sai chi voti’ erano chiari: “Sì, ma allora eravamo in campagna elettorale e poco dopo abbiamo nominato i vertici di varie società. Le audizioni pubbliche? Al momento non sono la nostra priorità”.
Roma e Torino, sì ma con calma – Fuori ‘tempo massimo’ Chiara Appendino: “Il sindaco di Torino ha mostrato interesse nel riceverci – dicono da Riparte il futuro – ma dopo il 31 ottobre e quindi dopo la scadenza dei 100 giorni”. Una ricostruzione sposata dal portavoce del sindaco. Più critica la posizione dei promotori della campagna su Virginia Raggi, perché “ha effettuato a settembre nomine di stampo tradizionale per l’amministratore unico dell’azienda dei trasporti, mentre sono ancora vacanti il posto di amministratore unico di Ama e il direttore generale di Atac”. L’assessore alla Roma semplice Flavia Marzano ha poi ricevuto Riparte il futuro assicurando la volontà di tener fede all’impegno e, confermano dallo staff della Raggi, il regolamento sarà pronto a breve – con ogni probabilità entro la fine di ottobre – e portato in Giunta o in Consiglio assieme alla proposta di ‘open agenda’.
Brindisi e Caserta: “Ci siamo quasi” – In difficoltà con il rispetto dei tempi, ma comunque sulla buona strada, i sindaci di Brindisi e Caserta. Angela Carluccio, prima donna a guidare il capoluogo pugliese, dovrà scegliere i vertici di tre municipalizzate: “Abbiamo presentato una bozza di regolamento nella conferenza dei capigruppo. Si riuniranno per valutarla ed eventualmente proporre modifiche – spiega l’assessore all’Attuazione del programma, Vito Carella – Il documento aderisce perfettamente ai parametri di Sai chi voti. Anzi, aggiunge la necessità che i nominati firmino il codice etico valido già per i componenti della giunta”. A Caserta, il Comune non ha municipalizzate e comunque non avrebbe potuto procedere ad alcuna nomina per il dissesto finanziario. Tuttavia, il sindaco Carlo Marino ha portato in giunta una delibera che, spiegano dal suo staff, “recepisce una serie di istanze che garantiranno maggiore trasparenza nella pubblica amministrazione e rispetta quasi in toto l’impegno preso aderendo a Sai chi voti”.
Trieste ‘nì’ – Verso un sistema più trasparente, ma non aderente alle richieste di Sai chi voti, si è mosso il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza. Lo scorso 19 settembre, il consiglio comunale ha approvato una delibera che prevede nuove norme per le nomine delle municipalizzate. È stato introdotto il principio della non cumulabilità, devono essere rispettati criteri stringenti per la selezione e il primo cittadino deve darne comunicazione alla prima seduta utile dell’assise. Vengono inoltre introdotti anche un albo pubblico accessibile agli interessati e la pubblicità dei curriculum. Di vere e proprie audizioni pubbliche, però, non vi è traccia.
Latina e Vittoria? Avanti adagio – Damiano Coletta, primo cittadino di Latina che al momento non ha effettuato nomine, fa invece sapere che “sono state avviate le procedure per introdurre un regolamento. Dovremmo farcela in quindici giorni, l’intenzione c’è”. Discorso simile a quello del sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato. Nel comune ragusano una nomina è già stata effettuata con il vecchio metodo. Si tratta di quella di Giuseppe Palazzolo a commissario straordinario della azienda municipalizzata Fiera e Mercati. Ma l’ufficio stampa di Moscato fa notare l’urgenza di quel provvedimento e tranquillizza: “Siamo in contatto con lo staff di Sai chi voti, sulla questione delle audizioni è già stato interessato il segretario generale del Comune e un regolamento verrà predisposto a breve”.
Il silenzio di Varese – Quale sia l’intenzione del sindaco di Varese, Davide Galimberti, è invece impossibile saperlo. Per diversi giorni, ilfattoquotidiano.it ha cercato il primo cittadino del Pd, capace a giugno di battere la Lega dopo 23 anni di governo, così da capire se e come si stesse muovendo per tenere fede all’impegno. Dopo le iniziali rassicurazioni da parte del suo addetto stampa sull’interesse a fornire un commento riguardo le audizioni pubbliche, il telefono ha continuato a squillare a vuoto nonostante i ripetuti contatti anche via sms. Sai chi voti, ma non sai se ti risponde.