Londra tenta un primo strappo in vista dell’inizio delle trattative per l’uscita dall’Ue e a difendere i principi fondanti dell’Unione Europea scende in campo Angela Merkel. “L’accesso al mercato Ue è legato alla libera circolazione dei cittadini europei nel territorio britannico”, ha risposto la cancelliera ad Amber Rudd, ministra dell’Interno del governo May, che martedì annunciava: “Le aziende inglesi saranno obbligate a rivelare quanti stranieri hanno in organico”.
“Se noi non diremo che il pieno accesso al mercato interno è legato alla piena accettazione delle 4 libertà fondamentali europee, tra cui la libera circolazione dei cittadini (oltre a quella delle merci, di servizi e di capitale, ndr) – ha premesso Merkel a Berlino davanti a una platea di imprenditori – allora si aprirà in Europa un processo per cui ogni Paese cercherà di fare ciò che vuole: tutti i paesi porrebbero condizioni sulla libera circolazione con altri Paesi. E questo determinerebbe una situazione estremamente difficile”, ha dichiarato Merkel aggiungendo che i negoziati di uscita del Regno Unito dall’Ue non saranno facili. In questo contesto qualunque eccezione alle regole del mercato unico europeo rappresenterebbe “una sfida sistemica per l’intera Unione”.
Martedì il titolare britannico dell’Interno aveva parlato a Birmingham, durante al conferenza annuale del Partito Conservatore: “Le aziende saranno obbligate a rivelare quanti lavoratori stranieri hanno in organico – aveva detto la Rudd, annunciando una delle principali misure contenute nel piano del governo di Londra per “svergognare le società che assumono poco personale britannico”. L’obiettivo: “Evitare che migranti vengano assunti in posti di lavoro che potrebbero essere affidati ai cittadini britannici”. Nel suo discorso la Home Secretary aveva promesso anche di rendere più stringenti le norme alla base della concessione di visti agli studenti provenienti da Paesi extra-europei, allo scopo di ridurre il numero degli ingressi da 327mila a 100mila l’anno.
Quello della permanenza di Londra nel mercato unico è uno dei pilastri attorno ai quali ruoteranno le trattative per l’uscita del Regno Unito dall’Ue. Il premier britannico Theresa May ha annunciato che l’invocazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona, che darà ufficialmente il via alle trattative, avverrà entro il marzo 2017, ma sul tema si dibatte da mesi e si continuerà a farlo. “Far rimanere la Gran Bretagna all’interno del mercato unico sarà una delle sfide più grandi nell’ambito dei negoziati con l’Unione europea”, spiegava l’ex premier David Cameron il 27 giugno nel suo primo intervento ai Comuni dopo il referendum.
La risposta di Bruxelles non si era fatta attendere: “Non ci potrà essere un mercato unico su misura” per la Gran Bretagna, rispondevano il 29 settembre i presidenti della Commissione e del Consiglio Ue Jean-Claude Juncker e Donald Tusk al termine del primo summit senza Gb. Chi vuole essere nel mercato unico, aggiungevano, “dovrà accettare tutte le quattro libertà fondamentali, compresa la libera circolazione delle persone”.