DEEPWATER HORIZON – INFERNO SULL’OCEANO di Peter Berg Con Mark Wahlberg, Kurt Russell, Douglas M. Griffin (Usa, 2016) Durata 107’ Voto 2/5 DT
La ricostruzione del disastro ambientale provocato dall’incendio avvenuto sulla piattaforma semisommergibile Deepwater Horizon il 20 aprile 2010, in mezzo al Golfo del Messico, a 41 miglia a sud est della Louisiana. Undici morti e venti feriti, ma soprattutto la perenne devastazione del mare e della coste meridionali degli Usa per via di petrolio, fango e sostanze chimiche usate per spegnere le fiamme e fermare la fuoriuscita di idrocarburi dal profondissimo pozzo collassato. L’oramai ex attore Berg, alla sua ottava regia, grazie all’aiuto degli sceneggiatori Matthew Michael Carnahan e Matthew Sand prende spunto dalle testimonianze dei sopravvissuti e mitizza l’ “uomo comune” (Mike Williams/Mark Wahlberg nella classica parte muscoli e cervello che è di Matt Damon) che si è fatto eroe nel salvataggio estremo dei compagni di piattaforma quando attorno a lui c’erano solo fuoco e ferraglia a cadergli addosso. Tanto è ineccepibile la riproduzione di ferite sui corpi dei protagonisti e l’ideazione di un’atmosfera di fine vita alla Titanic, quanto il film appare narrativamente moscio, privo di uno spunto che non derivi dal volo di uno stuntman (applausi) o dalla reiterata inquadratura del buchetto sul fondale con bollicina premonitrice. Kurt Russell fa il capo popolare, fragile e autoritario, ed è davvero encomiabile. John Malkovich gigioneggia nel ruolo del cattivo superiore che per non risparmiare sui costi fa meno controlli nel pozzo, ma quando osserva gli “inferiori” con quello sguardo da Nosferatu shakesperiano scappa da ridere. Sprecata la sequenza premonitrice del cormorano inzaccherato di petrolio che impazzito sbatte contro i vetri di una nave fino a morire.