Per il traguardo dei suoi primi 80 anni Carla Fracci snobba il Teatro La Scala a Milano e dirotta la sua tifoseria al San Carlo. La Fracci, che con il corpo di ballo del Teatro di Napoli si è esibita un’intera vita. E’ qui si sente come a casa sua. Ed è su questo palcoscenico che con inalterabile grazia ballerà al gala autocelebrativo il 26 ottobre. Di mettersi in panchina ai giardinetti non ci pensa proprio. Si allena ancora tre ore al giorno alla sbarra, tutti a giorni. E’ il suo elisir di giovinezza. Momenti di gloria, tanti, ma a sipario calato una vita di sacrifici. La sua colpa più grande? Quella di essere sempre rimasta se stessa (a parte i vestiti di pizzo immacolato che la fanno assomigliare a un personaggio novecentesco). Di non essersi piegata a nessuno giochetto politico che le hanno impedito per 50 anni la direzione artistica de La Scala. E se c’era qualcuno a meritarselo, era proprio lei.
L’étoile Fracci sta alle scarpette con le punte come Giovanni Soldini sta allo spinnaker. Me lo trovo davanti con il viso eroso dal sole, ai piedi le top sider blu sbiadito esauste da troppa salsedine, pure i braccialettini colorati sono consunti e logori. Sono i portafortuna che, prima di ogni traversata, i quattro figli gli legano al polso. Me lo presenta Giorgiana Ravizza, di una bellezza d’altri tempi ma comunicatrice del nostro tempo, nella sede milanese di Rimadesio, azienda di design specializzata in tutto, ma sopratutto in porte scorrevoli. Sì, quelle sliding door, dove basta una manciata di secondi, per cambiarti la vita. Come metaforicamente insegna l’omonimo cult movie, quelle porte che si aprono o si chiudono determinando il tuo destino. Quelle di Soldini si sono spalancate sull’oceano. La sua vita con il vento in poppa è cominciata molto presto: aveva 15 anni quando costruì la sua prima barchetta, 16 quando fece la prima traversata fino a Maiorca, 17 quando s’imbarcò per i Caraibi. “Con la barca a vela puoi andare ovunque, senza doverti fermare dal benzinaio”, così si racconta a Michele Lupi, direttore dell’iconografico mensile Icon. Iperattivo, inquieto, passionale. Con la certezza di avere sempre una via di fuga: il mare.
Sliding door in rete inox, bronzo, vetro riflettente, laccato, lucidato, acidato e storie di sfide e di talenti. E’ così che Rimadesio festeggia i suoi primi 60 anni. Quattro gli incontri a porte scorrevoli (gente della Milano bene che va, gente che viene), il primo con la rockstar Joan as Police Woman, il secondo con il pensatore Matteo Nucci, poi è toccato a Soldini, l’ultimo, previsto il 13 ottobre, con l’ astronauta Maurizio Cheli illustrerà misteri e fascinazioni legate all’esplorazione spaziale e i motivi per cui l’uomo ha il continuo bisogno di spingersi avanti.
@januariapiromal