A 24 ore dalla decisione del Tribunale dei minori di dare in adozione il figlio, arriva la reazione di Martina Levato, mamma ed ex amante di Alexander Boettcher, entrambi condannati per le aggressioni con l’acido a Milano. L’ex bocconiana chiederà, attraverso il suo legale difensore in sede minorile, l’avvocato Laura Cossar, la sospensione dell’esecutività della sentenza con cui i giudici minorili le hanno tolto il bambino, stabilendo anche che “il minore sia immediatamente collocato” in una “famiglia scelta da questo Tribunale fra quelle idonee all’adozione”.
La difesa della Levato ha trenta giorni di tempo dal deposito della sentenza, avvenuto ieri, per presentare ricorso alla Corte d’Appello di Milano e contestualmente anche l’istanza di sospensiva del provvedimento. Una richiesta con cui la difesa chiede, in pratica, lo stop dell’iter dell’adozione del bimbo prima di una decisione nel merito in secondo grado. A decidere sarà la sezione minori della Corte d’Appello di Milano.
Anche i genitori della ragazza sono “distrutti” e “piangono da ieri”, dopo la decisione del Tribunale, dice l’avvocato Cossar: “E’ una sentenza durissima, punitiva, finalmente – ha spiegato il legale in tono ironico – hanno dato a lei anche la pena accessoria”.
“Incontrerò Alexander Boettcher e la mamma Patrizia Ravasi lunedì e insieme decideremo se presentare appello” contro la decisione del Tribunale per i minorenni. “Qualsiasi decisione – ha spiegato l’avvocato del broker – verrà presa valutando esclusivamente l’interesse del bambino e il suo futuro”. “Dal punto di vista tecnico giuridico – ha precisato l’avvocato Barbanti – questa sentenza non tiene conto del fatto che in questo caso non esistono gli elementi per dichiarare l’adottabilità, in base a quanto previsto dalla legge”. Per l’avvocato Barbanti, infatti, i giudici minorili hanno tenuto conto “di molti altri elementi” per emettere un verdetto “molto duro”. “Alexander e la madre stanno provando un immenso dolore” per il distacco dal piccolo, nato a Ferragosto di un anno fa. “E’ bene far sedimentare il colpo, lo choc, prima di prendere una decisione sui prossimi passi da compiere”, ha concluso l’avvocato Barbanti.
Sulla vicenda interviene anche il difensore della Levato in sede penale, l’avvocato Alessandra Guarini che attacca il pm Marcello Musso: “Trovo inaccettabile che un Procuratore della Repubblica esprima addirittura ‘soddisfazione‘ per la decisione presa dal Tribunale dei Minori in una vicenda umana così dilaniante, che avrebbe meritato, a partire dalle Istituzioni, un rispettoso silenzio”.
Il pm Musso aveva commentato la sentenza del Tribunale per i minorenni spiegando che “la consapevolezza della sofferenza umana che provoca tale decisione, non fa venire meno la soddisfazione per la decisione del Tribunale per i minorenni che ha fatto giustizia”. “Come difensore di Martina Levato nei processi penali – spiega l’avvocato Guarini – mi sono sempre astenuta dal commentare la vicenda processuale relativa all’adottabilità del figlio minore della mia assistita. Mi sarei, dunque, attesa che per le stesse ragioni si astenesse anche il Dottor Musso”. Dichiarazioni quelle del legale a cui si associa anche l’avvocato Laura Cossar che aggiunge di essere “sbigottita e molto infastidita da quelle frasi del pm che confermano l’accanimento”.
“E’ probabilmente il male minore per il bambino, anche se è deprecabile comunque che la decisione sia arrivata dopo un anno, perché ciò rende più faticoso e più crudele il distacco sia per il piccolo che per la madre, nonostante quello che lei ha fatto”. Questo il commento dell’avvocato Paolo Tosoni, legale di Pietro Barbini, sfigurato con l’acido il 28 dicembre del 2014, e dei suoi familiari. “E’ una decisione abbastanza scontata – dice l’avvocato – anche alla luce degli approfondimenti e soprattutto della perizia psichiatrica, anche se ciò non toglie la tragicità della vicenda che coinvolge tutti i protagonisti e le rispettive famiglie”. Barbini, che quando è stato sfregiato al volto con conseguenze serie sulla vista, era tornato per le vacanze di Natale a Milano da Boston dove studiava, si è costituito parte civile nei procedimenti.