“Un anno fa la democrazia è stata lesa, i romani violentati da una classe dirigente a cui all’estero non aprirebbero il portone, qualcuno deve riflettere se ha la statura da statista”. Ignazio Marino si prende la rivincita dinanzi al Pd che lo sfiduciò da un notaio e al premier Matteo Renzi, primo artefice delle sue dimissioni. Si chiude così il caso degli scontrini, delle cene private del sindaco a spese della collettività. Assolto perché il fatto non costituisce reato. Prontamente arriva il tweet di Matteo Orfini: Marino è stato costretto alle dimissioni non per gli scontrini, ma perché non sapeva governare. “Orfini chi?” replica ironico l’ex sindaco in conferenza stampa. “Sono parole da personaggi di un libro di Collodi” di Irene Buscemi
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