La Boschi è una donna impulsiva. Segue le indicazioni dello staff fino a un certo punto, poi fa di testa sua. E questo non sempre è un bene, come abbiamo visto da gaffe come quella sui “veri partigiani che votano Sì”. Nel confronto con Salvini a Otto e mezzo su La7, il ministro Boschi ha commesso diversi errori, soprattutto prima del confronto. Le conseguenze le abbiamo viste in diretta, in un dibattito che a mio parere è stato vinto dal leader della Lega.
La Boschi doveva rifiutare l’invito, ma è caduta nella stessa trappola inventata dal Pd. Ricordate l’hastag #VirginiaScappa coniato dal Pd, rivolto all’allora candidata del M5S al Campidoglio, che rifiutava molti degli inviti ai confronti tv? La vittoria della Raggi alle elezioni dimostra che la scelta del M5S è stata giusta.
Se un confronto ha più rischi che opportunità, oppure se non vuoi essere associato all’interlocutore, allora non andare. Nel caso delle elezioni ci saranno confronti all’americana, con domande su temi certi, tempi prestabiliti e senza pollaio.
La Boschi aveva accettato l’invito della Gruber, poi (probabilmente consigliata dai collaboratori) ha disdetto. Alla fine, incalzata dalla campagna su Twitter di Salvini con l’hashtag #BoschiScappa, fa sapere in un tweet delle 14:30 che, proprio a causa delle parole di Salvini, ci ripensa e andrà al confronto.
@matteosalvinimi dice che scappo dal confronto sulle riforme? Ok, cambio agenda e ci vediamo a @OttoemezzoTW
— maria elena boschi (@meb) 7 ottobre 2016
Ma perché la Boschi doveva rifiutare fin dall’inizio? Seguendo i confronti tv di questi giorni sul referendum è chiara una cosa: chi argomenta, entrando nel merito, è svantaggiato. E’ ovvio, la causa è da attribuire al mezzo: la tv, per i suoi tempi si presta meglio agli slogan che ai ragionamenti complessi. Per spuntarla, uno che argomenta, deve sudare sette camicie. E non tutti lo capiscono poi.
Per questo motivo Renzi a la Boschi, che argomentano poco, possono tentare il confronto con Travaglio e Zagarebelski solo in tv, uscendo dalla sfida con colpi incassati (sui temi) e colpi dati (sugli slogan). Già in radio, dove passa solo la comunicazione verbale, quindi ci si concentra di più sui contenuti, conviene non avventurarsi in confronti. Infatti Renzi evita.
Il vantaggio dato dallo strumento televisivo è perso quando lo schema non è più slogan vs argomenti e diventa slogan vs solgan, come con Salvini. Per questo la Boschi doveva rifiutare. Ma questo forse non lo sapeva, visto che non aveva studiato abbastanza l’avversario. Secondo errore che vediamo ora.
La Boschi (e il suo staff) non hanno studiato l’avversario. Il ministro delle riforme era ovviamente preparato sulle riforme – e ci mancherebbe -, ma non aveva studiato il suo avversario. Salvini ha personalizzato (su Renzi) totalmente il referendum, rendendo il suo voto un No a questo governo. Basta seguirlo un po’ per capirlo.
Anche nelle grafiche Salvini personalizza il referendum
Salvini fa bene a personalizzare. Pensiamoci, se personalizzare è stato per Renzi l’errore più grave, è ovvio che per chi è contro di Renzi sia invece la cosa più giusta da fare. Questo ha permesso al leader della Lega di non entrare sempre nel merito delle riforme, ma di contestare il governo Renzi in tutto: “La credibilità di una riforma passa anche da chi la propone”, ha spiegato.
Infatti, al primo intervento, Salvini mette subito a segno un colpo. Tira fuori un cartello con su scritto “20”. E’ riferito ai “truffati da Banca Etruria, dei quali ne avete rimborsati solo 20”, dice. Poi racconta dei suicidi e delle famiglie rovinate dalla banca “del padre della Boschi”. Lei lo ascolta senza interrompere. Altro errore. Alla fine prova a non rispondere dicendo “il referendum non è su mio padre”. Salvini la incalza e lei ci ricasca: inizia a parlare di Banca Etruria. Tema sul quale ha solo da perdere.
Più tardi Salvini parlerà anche di immigrazione, avendo gioco facile contro il governo e l’Europa. Salvini ha trascinato più volte la Boschi nel pollaio, con il ministro che rispondeva a tono sulle accuse al padre, tirando fuori i parenti di Bossi che lavoravano come assistenti di Salvini. Sul pollaio, ovviamente, vince Salvini, e il bello è che in tutto questo il leader della Lega ha piazzato pure la sua proposta, chiedendo una riforma della Costituzione con il vincolo di mandato per i parlamentari e l’itituzione di referendum sulle tematiche europee.
Tutto questo la Boschi poteva evitarlo semplicemente studiando l’avversario. Che Salvini avrebbe parlato di Banca Etruria e di immigrazione infatti lo aveva annunciato. Ecco il tweet e il post Facebook in cui lo diceva.
Domani, 20.30, da Lilli Gruber (su @La7tv ) avrò finalmente la possibilità di avere un confronto diretto con @meb #Boschi
#ottoemezzo pic.twitter.com/UsOHMQvVUL
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 6 ottobre 2016
Nessuna trappola dunque. E’ stata la Boschi a farsi male da sola, agendo d’impulso, accettando un confronto al quale non doveva andare (dopo un ripensamento) e non studiando nemmeno l’avversario.