La procura ha aperto un'inchiesta per tentato omicidio. "Un episodio tra criminalità e bullismo di quartiere", ha commentato il procuratore capo Francesco Paolo Giordano. La vittima è ricoverata in prognosi riservata all'ospedale Cannizzaro di Catania. La Mobile sulle tracce degli aggressori
Sono entrati nella sua casa, lo hanno aggredito, cosparso di alcol, e poi gli hanno dato fuoco. Senza alcun motivo. Non è una scena di Arancia Meccanica. E’ quello che è avvenuto sabato scorso quando un gruppetto di persone ha ridotto in fin di vita un 80enne residente nel centro storico di Ortigia, a Siracusa. Un orrore a cui l’anziano era già scampato per ben due volte. “Si tratta di un episodio tra criminalità e bullismo di quartiere”, ha commentato il procuratore capo della Repubblica di Siracusa, Francesco Paolo Giordano. La Squadra mobile è sulle tracce degli aggressori.
La vittima della violenza si chiama Giuseppe Scarso. E’ ricoverato da una settimana, con prognosi riservata, nel reparto di Anestesia e rianimazione, ed è seguito da esperti del Centro grandi ustioni del Cannizzaro, a Catania. I media locali, citando fonti sanitarie, riferiscono di ustioni diffuse su tutto il corpo del pensionato. Scarso è molto conosciuto nella zona dove abita, in via Servi di Maria, ed è considerato una persona mite e dolce.
Sull’aggressione indagano gli agenti della Mobile guidati dalla dirigente Rosa Alba Stramandino. La procura ha aperto un’inchiesta ipotizzando il reato di tentato omicidio: “Siamo fiduciosi – ha dichiarato Francesco Paolo Giordano – Grazie all’utilizzo dei diversi sistemi tecnologici, contiamo di avere qualche novità nelle prossime ore”. Gli investigatori stanno cercando di raccogliere le testimonianze necessarie per far luce sull’accaduto e ha già acquisito le immagini di due telecamere di un vicino e del magazzino di un esercizio commerciale che si trovano su due vie perpendicolari adiacenti alla casa.
La polizia ha raccolto anche altre riprese di un supermercato e di un panificio della zona e avrebbe visto gli aggressori nelle immagini anche se i criminali non sono ancora stati identificati. Sembra che ad agire questa volta siano stati dei giovani di 20-25 anni mentre nel tempo Scarso è stato preso di mira da ragazzini di 12-16 anni. L’ottantenne è stato bruciato dopo due tentativi andati a vuoto nel giro di 48 ore. Il primo tentativo risale al 28 settembre scorso: qualcuno è riuscito ad aprire la porta dell’abitazione di don Pippo, così è conosciuto nel quartiere, al pianterreno gettando liquido infiammabile e dando fuoco al pavimento, l’anziano però era riuscito a spegnere le fiamme. Il giorno dopo la vittima, insieme al fratello, aveva denunciato l’episodio ai carabinieri. Ma il giorno successivo, poco prima della mezzanotte, tre persone incappucciate sono entrate nuovamente nell’appartamento, gettando liquido infiammabile sul petto e sull’orecchio dell’anziano, che se l’era cavata con lievi ustioni. Sabato notte, poco prima delle 2, l’azione si è ripetuta: ad agire sarebbero stati in due e questa volta hanno centrato l’obiettivo, colpendo l’anziano sul viso, sulla testa, sulla spalla.
Pippo Cugno, insegnante di matematica in pensione, amico di Scarso che abita ad una cinquantina di metri dalla vittima dice: “Lo conosco da venticinque anni. A volte lo invitavo a pranzo perché don Pippo era una persona che vive da sola. Forse per questo sabato notte ha citofonato a casa mia. Mi sono affacciato e mi ha chiesto aiuto. Ho capito che questa volta avevano colpito in maniera grave”. “Abbiamo chiamato subito il 118 e sono arrivati i medici con la polizia – spiega – Purtroppo lo prendevano in giro, lo stuzzicavano. ‘Pippo re rutte’, Pippo delle Grotte, lo chiamavano, perché vicino alla sua abitazione ci sono delle grotte. Me lo diceva che quei ragazzi arrivavano da ‘sotto’, dalla zona di via Algeri e della Mazzarrona. Ma ultimamente quella presa in giro era degenerata”. “Aveva denunciato più volte di essere stato preso di mira. Alcune domenica fa aveva pranzato con noi. Mi viene da piangere se penso che l’ultima volta che lo visto era tutto bruciato e respirava a fatica perché aveva inalato fumo”.