Diritti

Sostegno a distanza, cosa serve davvero? Ora ce lo dicono i bambini: con una macchina fotografica. A Livorno la raccolta fondi per il progetto “In My Eyes”

Com’è il mondo visto dagli occhi di un bambino? Come lo vorrebbe? Come lo vorrebbe migliorare? Cosa non gli va bene della realtà che lo circonda, cosa non funziona, secondo lui? Così un’associazione di Livorno che da vent’anni si occupa di sostegno a distanza in Honduras, Brasile, Angola e India vuole sentire la voce – spesso inascoltata – dei bambini. Anzi, vuole vedere attraverso i loro occhi, mettendo nelle loro mani una macchina fotografica. Per fotografare 12 cose belle e 12 cose che vorrebbero cambiare. Per capire cosa serve, insomma, come i fondi di chi partecipa alle campagne di sostegno possono essere utilizzati al meglio. E’ il cuore di In My Eyes, progetto curato Elena Erizi per la onlus Faggio Vallombrosano, che prevede l’acquisto di cento macchine fotografiche usa e getta da distribuire in tre centri scolastici. “I bambini saranno liberi di fotografare ciò che piace loro e ciò che vorrebbero cambiare della loro realtà circostante – spiega Erizi – La loro “voce”, spesso inascoltata, permetterà all’associazione di comprendere le aree di miglioramento sui progetti in essere e quali siano le criticità. Al nostro pubblico, tramite mostre fotografiche, apriremo una finestra su un paese lontano, ricco di fascino e contraddizioni”. Il progetto sarà finanziato interamente da una campagna di raccolta fondi tramite la piattaforma becrowdy (per sostenerla clicca qui). D’altra parte – ricordano dall’associazione – era stato Henri Cartier-Bresson, pioniere del fotogiornalismo, a dire che “fotografare è mettere sulla stessa linea di mira la testa, l’occhio e il cuore”.

Il progetto prevede la distribuzione delle macchine fotografiche usa e getta in 3 centri di sostegno. Ogni bambino riceverà una macchina da 27 pose e verranno spiegate le tecniche base di fotografia. Poi i bambini saranno lasciati liberi di fotografare ciò che maggiormente preferiscono. “Gli chiederemo loro di concentrarsi su 12 cose belle che hanno attorno e 12 cose che vorrebbero cambiare“. Le immagini saranno poi spedite a Faggio Vallombrosano, insieme a una loro descrizione. Il progetto, aggiunge Erizi, si avvale della metodologia antropologica “Photovoice” e permette di comprendere sia quali sono stati i benefici percepiti del sostegno a distanza, sia quali sono le criticità su cui intervenire. Così In My Eyes da una parte permetterà ai bambini di sperimentarsi nella fotografia e alla onlus di comprendere l’effettivo valore aggiunto che porta alle comunità e come meglio agire nel contesto locale.

La onlus Faggio Vallombrosano è un’associazione di Livorno che da vent’anni lavora nel campo del sostegno a distanza di bambini dai 4 ai 18 anni. Fondata da un missionario, ha la sua sede al Santuario di Montenero, a Livorno. L’obiettivo della onlus è migliorare la vita dei bambini che vivono in situazioni di povertà e disagio sociale, attraverso un contributo economico che permetta loro di fruire di beni di prima necessità e dell’istruzione opportuna perché diventino adulti indipendenti. In India è presente dal 2003 e collabora con sette centri scolastici, nella zona di Delhi, Bangalore, negli stati del Chhattisgarh e Andhra Pradesh.

Per informazioni: info@adozioniadistanza.it. Telefono: 0586-579913