A 24 ore dalla decisione di Dipiazza (FI) la scritta per chiedere giustizia per il ricercatore ucciso in Egitto è comparsa di nuovo in piazza Unità. La scelta del primo cittadino era per "chiudere le polemiche politiche". "Mi sono tolto il dente cariato", aveva commentato scatenando le polemiche
Lo striscione giallo di Amnesty International che chiede “Verità per Giulio Regeni” è di nuovo in piazza Unità a Trieste. Non più sulla facciata del palazzo Comunale, da dove venerdì il sindaco di Forza Italia Roberto Dipiazza l’ha rimosso. Ma su quella della sede della Regione, che affaccia sulla stessa piazza, dove è stato affisso dalla governatrice Pd del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani.
Pochi minuti prima delle 12, la presidente, insieme con altre due persone, ha materialmente sistemato e assicurato al balcone lo striscione. Ieri il sindaco che guida la Giunta di centrodestra aveva fatto levare la scritta dal Municipio, anticipando un’eventuale decisione del Consiglio comunale su una mozione urgente sottoscritta dai capigruppo della sua stessa maggioranza.
In una nota, Dipiazza aveva giustificato la decisione con una nota in cui parlava di “sciacallaggio politico” da parte del Pd e “soprattutto del Governo”. In una successiva intervista radiofonica aveva definito la vicenda “un fatto politico”, aggiungendo: “Mi sono tolto il dente cariato e non ci sono più polemiche”.
In realtà le polemiche sono state tutt’altro che sopite, con prese di posizione a partire da Amnesty International, promotrice della campagna per la verità sul caso, a esponenti del centrosinistra, e dei giornalisti, con il quotidiano locale Il Piccolo che ieri aveva pubblicato una doppia copertina che riproduce il manifesto giallo. Serracchiani finora non si era pronunciata ufficialmente sulla vicenda, fino al gesto simbolico di stamani.