Avreste voglia di provare un forno a microonde… da dentro? Certamente no, ed ecco perché la comunità scientifica, con gli sviluppi dell’autotrazione elettrica, ha iniziato da qualche tempo ad approfondire le tematiche della salute correlate all’esposizione ai campi magnetici. Già, perché ogni veicolo a trazione elettrica genera un forte campo che avvolge praticamente l’intera vettura nonché, beninteso, i suoi occupanti. Sebbene lo stato attuale delle ricerche richieda ancora parecchio tempo ed approfondimenti per iniziare a trarre qualche conclusione, i lavori vanno ugualmente avanti presso il centro comune di ricerca della Commissione europea (Joint Research Centre, JRC) che ha sede ad Ispra (Varese): è qui, presso il laboratorio per la misura delle emissioni da veicoli (Vela), che è stata infatti allestita una nuova struttura di indagine specifica che intende chiarire se i campi magnetici generati dai veicoli elettrici possano produrre rischi per la salute delle persone e, in seconda battuta, nei confronti della stessa sicurezza stradale.
Intervistato dall’Ansa, il vicedirettore dell’Unità di Trasporto sostenibile del JRC, Giorgio Martini, illustra con maggior dettaglio la portata del campo di ricerca: “Nelle auto elettriche e ibride circolano correnti per centinaia di Ampere che generano campi magnetici non trascurabili, e che tra l’altro vengono schermati sempre meno dai nuovi materiali leggeri usati per la produzione dei veicoli. In previsione di una sempre maggiore diffusione di questi mezzi dobbiamo capire se le radiazioni elettromagnetiche possano creare pericolose interferenze, ad esempio con i pacemaker o con i sistemi di guida autonoma. Pensiamo anche ad uno scenario con milioni di auto elettriche: i campi magnetici che si genereranno nei parcheggi o nelle aree di ricarica, potranno essere pericolosi per i passanti e i residenti?”.
Il neonato laboratorio Vela ad Ispra è stato congegnato proprio per effettuare con maggior precisione diverse misure di elettromagnetismo. In particolare, all’interno di una speciale camera totalmente schermata sono simulate e misurate le radiazioni prodotte dai veicoli, al pari di quelle subite (come quando si passa sotto i cavi dell’alta tensione). Per questo scopo, i rivestimenti strutturali dell’ambiente sono realizzati in piastrelle di ferrite completate da coni piramidali in schiuma e carbonio, necessarie per annullare i riverberi. La sperimentazione viene portata avanti in collaborazione con l’Argonne National Laboratory gestito dal Dipartimento per l’energia del governo statunitense, con l’obiettivo – viene precisato dal direttore generale di JRC, Vladimir Sucha – di “arrivare ad ottenere standard condivisi per la futura legislazione sui veicoli elettrici”.