Salvatore Ligresti e la figlia Jonella sono stati condannati rispettivamente a sei anni e a cinque anni e otto mesi al processo torinese sul filone relativo al falso in bilancio e all’aggiotaggio informativo su Fondiaria Sai. All’ex patron della compagnia, 84 anni lo scorso marzo, è stata anche comminata una multa di 1,2 milioni, alla figlia di 1 milione. Condannati anche l’ex revisore Riccardo Ottaviani (2 anni e 6 mesi) e l’ex amministratore delegato Fausto Marchionni (5 anni e 3 mesi). Assolti invece Antonio Talarico, ex vicepresidente della compagnia, e l’ex revisore Ambrogio Virgilio.
La causa riguarda la presunta sottovalutazione della riserva sinistri della compagnia assicuratrice e una falsa comunicazione ai mercati.
L’accusa, sostenuta dal pm Marco Gianoglio, aveva chiesto sette anni e tre mesi per i due Ligresti e 2 milioni di euro di multa. La difesa aveva chiesto l’assoluzione per Ligresti senior per la mancanza del profitto relativo all’aggiotaggio. Gli avvocati Salvatore Scuto e Lucio Lucia hanno invece chiesto l’assoluzione di Jonella Ligresti, che assistono, perché “non ha mai detto il falso”. E se ci sono state irregolarità, hanno sostenuto, “si è trattato di errori e certamente non di dolo”.
Del resto il processo milanese a carico di Paolo Ligresti con le stesse imputazioni si era chiuso, nel dicembre 2015, con un’assoluzione da parte del Gup Andrea Ghinetti “perché il fatto non sussiste”. Contro la decisione nel settembre scorso è stato presentato un ricorso da parte della procura generale di Milano. Secondo il pg Carmen Manfredda, la decisione dello scorso dicembre del gup Andrea Ghinetti “non appare condivisibile e deve essere riformata, atteso che dagli elementi probatori acquisiti in fase di indagine emerge la responsabilità” di Ligresti jr. La terza figlia di Ligresti, Giulia, nell’ambito del filone torinese aveva già patteggiato due anni e otto mesi uscendo di scena.