Le rilevazioni effettuate da Emg per il TgLa7 dimostrano che l'incertezza è ancora forte in vista del 4 dicembre. Il 15% dei votanti che ad oggi è convinta da che parte schierarsi, potrebbe cambiare idea. Sul fronte dei partiti, M5s si riavvicina al Pd: la differenza è ora dello 0,5%
Il S
Secondo la rilevazione, da segnalare il fatto che i tre quarti di coloro che nell’ultima settimana hanno preso posizione sul referendum sono andati a rinforzare il fronte del Sì. A poco più di 50 giorni dalla consultazione del 4 dicembre, resta però alta l’incertezza. Da un lato gli indecisi (in calo rispetto alla scorsa settimana dell’1,2 per cento): tra quanti si recheranno alle urne, e cioè il 56,2% degli aventi diritto, il 31,4% non ha ancora deciso come votare. Dall’altro, coloro che un’opinione sulla riforma l’hanno già maturata, ma potrebbero cambiarla nei prossimi giorni di campagna referendaria: un fronte, questo, che per Emg oscilla intorno al 15%.
Per quanto riguarda i partiti, le rilevazioni condotte dell’istituto di Fabrizio Masia – rilevazioni che presentano un margine d’errore tra il 2 e il 3% – mostrano una notevole vicinanza tra le prime due forze in campo. Il Pd, scosso dall’assoluzione dell’ex sindaco Ignazio Marino e dalle divisioni interne legate all’Italicum e al referendum costituzionale, riscuote il 30,7% dei consensi, in calo di 0,3% rispetto al 3 ottobre. Un calo speculare alla crescita che fa registrare, nello stesso periodo, M5s, che sale a quota 30,2%. Terzo partito si conferma la Lega Nord, con il 12,8% (+0,2%); Forza Italia perde
Qualora il fronte del centrodestra si presentasse compatto alle prossime elezioni, la situazione risulterebbe più incerta. Pd e M5s si confermano, anche in questo scenario, le forze con maggiori consenso: 31,1% per i dem, con un calo di mezzo punto, e 30,7% per i pentastellati, che recuperano lo 0,6%. Un eventuale listone unico con Lega, Fi e FdI, però, si attesterebbe, in lieve risalita, al 28,2%. Tre forze, dunque, racchiuse in meno di 3 punti.
Quanto ai ballottaggi, M5s si conferma imbattibile. Sconfiggerebbe in maniera netta sia il Pd sia il centrodestra. Nel primo caso il divario sarebbe di 7 punti (53,4% contro 46,6%); nel secondo, invece, la forbice ben più ampia (57,2% contro 42,8%). Se a raggiungerebbe il secondo turno fossero Pd e centrodestra, i dem conquisterebbero la vittoria finale con il 52,3% dei consensi.