"E' bello che mi siano state tolte le manette", ha scritto il candidato del Grand Old Party su Twitter a proposito degli sviluppi delle ultime ore che hanno gettato il suo schieramento nel caos. Dopo gli attacchi dello speaker della Camera Paul Ryan, il presidente del Republican National Committee Reince Priebus difende il miliardario. Intanto Ted Cruz, sconfitto alle primarie, non esclude di scendere nuovamente in campo per le presidenziali: "Vediamo cosa riserverà il futuro"
Nella “guerra civile” che sta dilaniando il Partito Repubblicano, Donald Trump rilancia ancora una volta: “E’ bello che mi siano state tolte le manette. Ora posso combattere per l’America nel modo che voglio io“, ha scritto il candidato del Grand Old Party su Twitter a proposito degli sviluppi delle ultime ore che hanno gettato il suo schieramento nel caos. Il miliardario newyorkese ha attaccato, inoltre, lo speaker della Camera, Paul Ryan, che lunedì aveva detto di non voler più fare campagna per il candidato repubblicano, attirandosi anche le ire dei vertici del partito: “E’ un laeder debole e inefficace”, ha twittato Trump, che ha anche affondato l’ennesima stilettata contro il Gop: “I democratici hanno sempre dimostrato di essere molto più leali dei repubblicani, ad eccezione del tradimento verso Bernie Sanders“.
“Voglio chiarire che il Comitato nazionale repubblicano si coordina in pieno con la campagna di Trump, con la quale abbiamo un buon rapporto. Se c’è un messaggio da cogliere in questa telefonata è questo”, ha detto il presidente del Republican National Committee Reince Priebus durante una conference call con gli altri membri del comitato. Un confronto durato 14 minuti, riporta la stampa americana. E durante il quale Priebus non ha mancato di ribadire più volte il concetto: “Nulla è cambiato in merito ai rapporti” con la campagna di Trump. ”Restiamo impegnati nell’assumere decisioni su come gestire la campagna a livello nazionale. Tutto procede. Voglio che lo capiate bene”.
La parole chiare di Priebus si contrappongono a quelle fredde e dure di Ryan, lasciando intravedere la “guerra civile, come molti l’hanno definita, all’interno del partito repubblicano. Una guerra costosa per il partito, che emerge sempre più come il vero perdente della campagna. Il silenzio del Republican National Committee da venerdì a lunedì ha creato confusione nel partito e fuori. Ma Priebus spiega il silenzio ‘consapevolè. “Nelle ultime 24 ore, 36 ore, ci sono state molti falsi rumors sui quali non ci siamo voluti esprimere prima del dibattito di domenica, che era molto important”, mette in evidenza Priebus, definendo le scuse di Trump sul video sessista “sincere“. “Sono contento che Donald si sia scusato diverse volte. Si è scusato con gli americani, si è scusato con la famiglia. Era imbarazzato. Posso dire onestamente che era sincero perché l’ho visto durante il fine settimana. Le scuse non erano solo qualcosa per il dibattito”.
Anche Ted Cruz continuerà ad appoggiare Trump per la corsa alla Casa Bianca, ma le sue parole lasciano intravedere anche altri scenari. L’ex rivale del tycoon alle primarie ha spiegato ad una tv locale del Texas che nonostante il video con i commenti offensivi sulle donne sosterrà ancora il candidato repubblicano perché “Hillary Clinton è un disastro assoluto”. Cruz ha poi precisato di aver “a lungo articolato le sue differenze con Trump durante le primarie”. Infine, il senatore ha affermato che non esclude di scendere nuovamente in campo per le presidenziali: “Vediamo cosa riserverà il futuro”, ha detto.
Sul fronte opposto, Hillary Clinton lancia un appello agli americani: “”Sono l’ultima cosa tra voi e l’Apocalisse“, si legge in un lungo intervento pubblicato sul sito del New York Times.