"Non sono stato 'un santo' come uomo ma il rispetto tra i due sessi è la base primaria delle relazioni sociali" ha detto, intervistato dal Corriere della Sera, l'ex governatore repubblicano della California e star di Hollywood. "Non ritengo accettabile da parte di nessuno una posizione che sminuisce l'impegno, il ruolo e la loro presenza". I repubblicani si spaccano sul loro candidato alla presidenza, lo abbandona anche lo speaker della Camera Paul Ryan
L’ex governatore repubblicano della California e star di Hollywood Arnold Schwarzenegger ha spiegato che non voterà per Donald Trump “perché non accetto attacchi alle donne”. “Sono cittadino americano da trentatré anni, con gratitudine e orgoglio, e sono repubblicano, lo stesso partito per il quale hanno militato i presidenti Roosevelt, Lincoln e, non dimentichiamolo, Ronald Reagan. Nonché l’amico Clint Eastwood, che ha affermato di votare per Trump, prima delle frasi pronunciate sulle donne. Io non lo voterò”. Così, intervistato dal Corriere della Sera, il 69enne nato in Austria, a meno di un mese dal voto che deciderà il nuovo presidente degli Stati Uniti. Poi, in riferimento al video in cui Trump si lasciava andare a una serie di dichiarazioni offensive nei confronti delle donne, Schwarzenegger aggiunge: “L’America è un Paese dove il matriarcato è in parte sovrano. In piena campagna presidenziale, ciò che è accaduto ha scatenato un profondissimo conflitto sessista e le donne rappresentano il 53% dell’elettorato”.
Schwarzenegger, sostenitore del Grand Old Party, poi aggiunge: “Non ritengo accettabile da parte di nessuno una posizione che sminuisce l’impegno, il ruolo e la presenza delle donne”. “Non sono stato ‘un santo’ come uomo – ammette – i miei errori sono pubblici, ho dovuto talvolta chiedere scusa alle donne, ma il rispetto tra i due sessi è la base primaria delle relazioni sociali e personali e quando ero governatore della California ho potenziato al massimo e in modo paritario le capacità, la cultura, l’impegno di molte donne”.
I repubblicani si spaccano su Trump, lo lascia anche lo speaker della Camera – Paul Ryan prende le distanze dal tycoon dicendosi non più “disposto a difenderlo”, e si contrappone al Republican National Committee e al suo presidente Reince Priebus che ribadiscono il loro appoggio al candidato. La decisione dello speaker arriva il giorno dopo il dibattito Trump-Clinton di St. Louis. E intanto il candidato democratico migliora nei sondaggi, pubblicati dal Wall Street Journal e da Nbc, e allunga sull’avversario a oltre 10 punti. “Voglio chiarire che il Comitato nazionale repubblicano si coordina in pieno con la campagna presidenziale di Trump, con la quale abbiamo un buon rapporto. Se c’è un messaggio da cogliere in questa telefonata è questo”, afferma Priebus durante una conference call con gli altri membri del comitato. Un confronto durato 14 minuti, riporta la stampa americana. E durante il quale Priebus non ha mancato di ribadire più volte il concetto: “Nulla è cambiato in merito ai rapporti” con la campagna di Trump. ”Restiamo impegnati nell’assumere decisioni su come gestire la campagna “a livello nazionale. Tutto procede, andiamo avanti. Voglio che lo capiate bene”.