Televisione

X Factor, la sacrosanta ‘denuncia’ di Danilo D’Ambrosio e il potere del montaggio (VIDEO)

Capita, come è capitato a D'Ambrosio, che un'esibizione riuscita si trasformi in un fiasco, magari solo perché c'era da rimpolpare lo spezzone sui freak. È giusto? No, non lo è. Ma, e non vuole affatto essere una giustificazione, funziona così dappertutto. Il montaggio è il migliore amico degli autori televisivi di questa fase storica del piccolo schermo

di Domenico Naso

Non c’è niente da fare: in Italia siamo bravissimi a scoprire l’acqua calda. Meriteremmo un Nobel, per questo talento innato. L’ultimo esempio viene dal dorato mondo della tv e dei talent show e riguarda Danilo D’Ambrosio, giovane cantante che si è presentato alle audizioni per la nuova edizione di X Factor, il talent di SkyUno condotto da Alessandro Cattelan. Ebbene, in un lungo video pubblicato su YouTube, D’Ambrosio ha denunciato il “taroccamento” della sua esibizione sul palco del Forum di Assago, di fronte ai giudici Fedez, Arisa, Alvaro Soler e Manuel Agnelli. In sintesi, la cosa è andata così: lui si è esibito, ha ricevuto applausi e ovazioni dal pubblico, ha incassato anche il sì di 3 giudici su 4, conquistando dunque l’accesso alla fase successiva delle selezioni.

A guardare il montaggio dell’esibizione andato in onda su SkyUno, però, sembrerebbe tutt’altro. D’Ambrosio viene dipinto come una sorta di freak, uno dei tanti personaggi bizzarri che si presentano alle audizioni per fare la solita figura barbina. E da quello che si è visto in tv, lo spettatore ha creduto che il giovane cantante fosse stato eliminato e trattato a pesci in faccia. La polemica è ovviamente montata sui social network, soprattutto grazie al video molto dettagliato dello stesso D’Ambrosio, e alla fine è arrivato anche un post su Facebook degli autori di X Factor, che hanno tentato di spiegare come sono andate le cose: “L’esibizione di Danilo è stata montata all’interno di un segmento di programma dedicato ad alcuni dei concorrenti più originali che si sono presentati alle audizioni, un momento di intrattenimento e alleggerimento il cui racconto prescinde dall’esito della singola performance. In questo caso l’esito è stato positivo per 3 giudici su 4, e infatti Danilo ha regolarmente partecipato alle Room Audition mostrate nella puntata andata in onda il 6 ottobre”. Tutto è bene quel che finisce bene, dunque? Nì, perché le spiegazioni dello staff della trasmissione spiegano poco, o almeno spiegano poco a chi mastica poca tv. Il prosieguo del post su Facebook forse può aiutarci a capire meglio: “Il centro di X Factor è e rimane la musica ma X Factor è un programma televisivo che in quanto tale diverte e intrattiene il pubblico attraverso un montaggio serrato e un trattamento unico che, pur rispettando il risultato dell’audizione, riesce a coinvolgere il pubblico che ci segue. Il numero di aspiranti concorrenti che si presenta a ogni edizione è tale per cui è impossibile valorizzare e accontentare tutti”.

Ecco il punto centrale della vicenda, fermo restando che sì, Danilo D’Ambrosio ha ragione a lamentarsi, perché per un ragazzo giovane come lui, l’esperienza a X Factor rappresenta uno snodo potenzialmente cruciale per il prosieguo della carriera musicale. E allora è sacrosanto che venga trasmesso in tv esattamente quello che è successo sul palco. Detto questo, però, il punto fondamentale è il “montaggio”. Dimenticate il leggendario “montaggio analogico” della Corazzata di fantozziana memoria, però, perché il montaggio di cui parliamo è il protagonista assoluto (e per nulla noioso) della televisione contemporanea. I programmi in diretta, a parte rare e preziose eccezioni, funzionano sempre meno. Siamo ormai abituati a una postproduzione che non solo valorizza un format, ma a volte lo stravolge completamente, rendendolo quello che alla fine appare agli spettatori. X Factor, uno dei programmi dal linguaggio più contemporaneo della tv di oggi, ovviamente non fa eccezione. Ma è anche il caso di Pechino Express su RaiDue, di Tu sì que vales su Canale5, Italia’s got Talent ancora su Sky, così come dei tanti e a volte pregevoli docureality che ormai imperversano sui canali tematici del digitale terrestre e del satellite (Il boss delle cerimonie, Il contadino cerca moglie eccetera).

Il montaggio ormai vale quanto e più del conduttore di una trasmissione. Il pubblico cerca davvero il ritmo serrato di cui parla lo staff di X Factor su Facebook, così come cerca un linguaggio moderno, a volte frenetico, che sia in sintonia con i nuovi modi di fruizione dei media. Un montaggio fatto bene o male pregiudica il successo di un format e sull’altare del montaggio si sacrificano spesso alcuni scampoli di verità. L’importante, per chi fa tv, è che sia tutto verosimile, non necessariamente vero. E allora capita, come è capitato a D’Ambrosio, che un’esibizione riuscita si trasformi in un fiasco, magari solo perché c’era da rimpolpare lo spezzone sui freak. È giusto? No, non lo è. Ma, e non vuole affatto essere una giustificazione, funziona così dappertutto. Se ne sono accorti persino a Mediaset, che finalmente sta mostrando un certo talento nel montaggio degli spezzoni mandati in onda in programmi come l’Isola dei Famosi e il Grande Fratello Vip.

Il montaggio è il migliore amico degli autori televisivi di questa fase storica del piccolo schermo. La (sacrosanta) denuncia pubblica di Danilo D’Ambrosio ha il merito di aver spiegato anche ai profani quello che gli addetti ai lavori sanno perfettamente da tempo. Ma la domanda, dato al giovane cantante quel che era del giovane cantante, adesso diventa un’altra: i trucchetti del montaggio trasformano X Factor o qualsiasi altro programma in tv in una totale menzogna, non meritevole della fiducia dello spettatore? No, nemmeno per sogno. Buttare il bambino con l’acqua sporca, altro sport molto praticato dalle nostre parti, sarebbe una grande sciocchezza. Dobbiamo solo diventare consapevoli e consci degli espedienti che la tv usa per mostrarsi più attraente di quanto non sia in realtà. Una volta compresi questi meccanismi, possiamo tranquillamente perdonarli in quanto vezzi fastidiosi ma non certo pericolosi e continuare a goderci i nostri programmi preferiti. Quando si esagera, come è successo con D’Ambrosio, è giusto dirlo, sottolinearlo, farlo sapere a chi non lo sapeva, ma poi si continua con il montaggio di sempre. Perché la tv è reale fino a un certo punto. E credere che debba essere tutto vero, tutto genuino, è molto naif.

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