Albano Crocco, pensionato di 68 anni di Lumarzo, è stato colpito alle spalle. Indagano i carabinieri che si stanno concentrando su tre sospetti
E’ stato ritrovato cadavere nei boschi dove era andato in cerca di funghi. Decapitato. Albano Crocco, 68 anni, ex infermiere all’ospedale genovese San Martino, di Lumarzo, è stato ferito alle spalle con un colpo di fucile da caccia. Poi l’assassino, che forse era con lui, gli ha tagliato la testa e l’ha fatta sparire. I carabinieri stanno concentrando le loro indagini su tre sospetti, che rientrano nella cerchia degli amici e dei parenti.
Secondo quanto è stato ricostruito finora, Crocco è uscito dalla sua casa nel piccolo comune vicino Chiavari martedì mattina per andare a cercare funghi, sua grande passione insieme alla caccia e alle bocce. Gli investigatori pensano che sia stato ucciso all’inizio del sentiero dei boschi intorno a Craviasco, un pugno di case frazione di Lumarzo, in Valfontanabuona. Qui gli sarebbe stato sparato un colpo di fucile a pallini alla nuca. Una volta a terra sarebbe stato decapitato con una grossa arma da taglio, verosimilmente un machete, e poi trascinato per cento metri e spinto in un dirupo. Lungo il percorso sono stati ritrovati il portafoglio e il cellulare dell’ex infermiere. I carabinieri hanno ricostruito la scena dalle tracce ematiche trovate lungo il sentiero.
Sono state la moglie e la figlia quarantenne, anche lei infermiera, a dare l’allarme: non vedendo rientrare Crocco, hanno chiamato il 112. Il corpo è stato soltanto la sera. All’inizio si è pensato che la mutilazione potesse essere stata causata dalla caduta di 50 metri nel dirupo. Ma il sopralluogo di questa mattina del medico legale Bartolomeo Strizoli ha confermato la pista dell’omicidio. Ad indagare ci sono i carabinieri del nucleo investigativo della compagnia di Chiavari, insieme alla sezione rilievi del comando provinciale di Genova e al nucleo cinofili. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore genovese Silvio Franz.
“Ieri, quando ci siamo accorti che allo zio poteva essere accaduto qualcosa perché non era rientrato in casa e non rispondeva al telefonino – spiega Nico, il nipote della vittima – sono stato io a portare i vigili del fuoco nel bosco dove poi è stato trovato il cadavere. Mi sono ricordato di quel posto, poco lontano da Craviasco perché c’ero stato con lui l’unica volta che siamo andati a cercare funghi insieme”.
Gli investigatori stanno ascoltando i familiari e le persone più vicine a Crocco. E’ in questo ambito, sono convinti, che è maturato l’omicidio. Ed è qui che si nasconde l’assassino o gli assassini. I carabinieri vogliono capire se Crocco avesse nemici o avesse litigato con qualcuno nell’ultimo periodo, anche se tutti confermano che l’ex infermiere era un tipo tranquillo e non aveva problemi con nessuno. “Era una brava persona che andava d’accordo con tutti”, conferma il nipote, che si dice sbigottito: “Non posso credere che mio zio possa essere stato ucciso in un modo così orribile”. In un primo momento non è stata tralasciata neppure la pista che porta al mondo dei cacciatori. Ieri l’attività venatoria era vietata. Per questo sono state ascoltate alcune persone che in passato erano state fermate nella zona per bracconaggio. Ma nelle ultime ore l’ipotesi è caduta.
Resta il mistero della testa che ancora non è stata trovata. L’assassino potrebbe averla fatta sparire per nascondere tracce che possano ricollegarlo a lui. Oppure potrebbe trattarsi di una sorta di “avvertimento” ai familiari.