Secondo gli inquirenti tra gli obiettivi degli indagati (ai domiciliari) c'erano anche i lavori per una scuola materna ed elementare. Le indagini hanno preso il via dalle dichiarazioni di un imprenditore che si è aggiudicato tre appalti nel Comune di Bussi sul Tirino per un valore di otto milioni di euro, a seguito di un arichiesta, da parte del direttore dei lavori, di una tangente del 12%
C’era anche la ricostruzione di una scuola materna ed elementare tra gli obiettivi del ‘Piano Abruzzo‘ per la gestione post-sisma del 2009 all’Aquila nei Comuni di Bussi sul Tirino (Pescara) e Bugnara (L’Aquila): sette persone tra pubblici ufficiali, tecnici progettisti ed imprenditori nei Comuni di Bussi sul Tirino, Pescara, Popoli, Perugia, Gubbio ed Assisi, sono finiti agli arresti domiciliari su disposizione del Gip del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, per associazione a delinquere, corruzione, concussione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico e induzione indebita a dare o promettere.
Le indagini, coordinate dal procuratore capo facente funzioni della Procura della Repubblica di Pescara, Cristina Tedeschini e dai sostituti procuratori Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio, hanno preso il via dalle dichiarazioni rese da un imprenditore umbro aggiudicatario di tre appalti per la ricostruzione degli aggregati edilizi del Comune di Bussi sul Tirino per un valore pari ad otto milioni di euro, a seguito di una richiesta, da parte del direttore dei lavori, di una tangente del 12% del valore degli appalti (corrispondente a 960mila euro), al fine di dividerla con altri tecnici coinvolti.
Nel corso dell’operazione, denominata ‘Earthquake‘ è stato eseguito il sequestro preventivo della somma di 330 mila euro individuata come profitto del reato di corruzione. Le indagini, effettuate tramite intercettazioni telefoniche e ambientali, perquisizioni presso le sedi abruzzesi e umbre delle società di costruzione, acquisizioni documentali presso gli Uffici Tecnici della Ricostruzione del Cratere Aquilano, e sommarie informazioni testimoniali, hanno portato alla scoperta del piano (definito dagli stessi indagati, Piano Abruzzo) per gestire la ricostruzione privata degli edifici nei due comuni.
Il sistema di basava sul previo accaparramento degli incarichi di progettazione degli aggregati edilizi del cratere, in maniera da acquisire una indebita posizione di monopolio degli affidamenti dei lavori, e ciò per il tramite della corruzione di pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio (tecnici dei consorzi privati aventi diritto alla ricostruzione finanziata dallo Stato), costringendo le ditte ad erogare rilevanti somme di denaro per poter accedere al mercato degli appalti della ricostruzione, agevolati dalla totale contribuzione pubblica.
Il buon esito dell’istruttoria per la richiesta del contributo veniva garantito – secondo gli inquirenti – dal responsabile dell’Ufficio Tecnico della Ricostruzione n. 5 del cratere aquilano che, come contropartita della vendita degli atti del proprio ufficio, otteneva la promessa della corresponsione di rilevanti somme di denaro (importi pari al 5% del valore degli appalti per un importo di circa 29 milioni di euro) oltre alla corresponsione di utilità come lavori edili gratuiti presso un’abitazione di proprietà, la disponibilità di un’autovettura e l’assunzione di un famigliare presso una ditta affidataria dei lavori.
Le dichiarazioni di un altro imprenditore umbro, che ha già presentato richiesta di patteggiamento della pena, hanno portato alla scoperta del distacco del predetto pubblico ufficiale presso l’Ufficio tecnico del Comune di Bugnara, per tentare di turbare la gara pubblica per la progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori di ricostruzione ex novo della scuola elementare e materna ‘Clemente’, ottenendo la somma di 10mila euro in contanti e la promessa di ulteriori 130mila euro da erogarsi in base ai vari Sal.