Il caso sollevato in un’interrogazione al governatore Pittella. Con la quale i consiglieri pentastellati chiedono conto della scelta ricaduta su Giuseppe Veneziano. E accusano: “La Corte dei Conti ha accertato le responsabilità per il mancato incasso dei canoni sui terreni del Comune di Tursi. Persi 247 mila euro, lui dovrà risarcirne 42 mila”.
Nomine discusse nei Palazzi regionali. Stavolta il pomo della discordia è la designazione del nuovo commissario liquidatore della ex Comunità montana lucana “Basso Sinni”. Per l’ente di cui facevano parte i comuni di Colobraro, Nova Siri, Rotondella, San Giorgio Lucano, Tursi e Valsinni la scelta della giunta regionale della Basilicata, guidata da Maurizio Marcello Pittella (nella foto con il premier Matteo Renzi), è ricaduta su Giuseppe Veneziano. Ma il suo nome è finito nel mirino dei consiglieri del Movimento 5 Stelle che, con un’interrogazione firmata da Giovanni Perrino e rivolta proprio al governatore, sollevano seri dubbi sulla nomina.
DANNO ERARIALE – Perché Veneziano, si legge nel testo, “risulta essere stato condannato” dalla Corte dei Conti, “in qualità di responsabile dell’Area finanziaria del comune di Tursi” in provincia di Matera, “per aver arrecato, insieme ad altre nove persone un danno complessivo” di 247 mila euro. Somma “corrispondente alla mancata riscossione di canoni enfiteutici su terreni di proprietà comunale”, dal primo gennaio 2005 al 31 dicembre 2009, e non più reclamabile “per intervenuta prescrizione del relativo diritto” di credito. Una sentenza, ricorda Perrino, che è costata a Veneziano la condanna “a versare in favore del Comune di Tursi la somma complessiva di 42.931 euro”. Considerato che “i commissari liquidatori esercitano delicate e complesse funzioni” che “comportano la disponibilità di risorse, denaro e beni pubblici”, secondo il Movimento 5 Stelle la scelta di Veneziano sarebbe del tutto inopportuna. Anche se, chiarisce l’interrogazione, la legge prevede “l’inconferibilità di incarichi amministrativi solo nel caso di condanna per reati contro la pubblica amministrazione” e non contempla il danno erariale “tra le cause ostative all’assunzione di incarichi amministrativi”. Ciononostante, Perrino solleva forti dubbi sulla rispondenza “ai principi di oculata e prudente amministrazione” del conferimento dell’incarico di commissario liquidatore “ad un soggetto condannato dalla Corte dei Conti”.
CONFLITTO D’INTERESSI – Sentito da ilfattoquotidiano.it il consigliere del M5S rincara la dose. “Continuiamo a rilevare da parte di questa giunta numerose irregolarità e, come nel caso della nomina di Veneziano, scelte inopportune – spiega Perrino –. Un modo di fare che non ci piace e che in passato ha trovato terreno fertile nel disinteresse dei gruppi di opposizione che non hanno svolto il loro mestiere in modo incisivo”. Ma non è tutto. “Dobbiamo purtroppo rilevare che il requisito di riferimento adottato per le nomine è sempre più spesso quello della fedeltà mentre la competenza è diventata un optional – accusa l’esponente lucano del M5S –. Anche se, nel caso Veneziano, non è la competenza che mettiamo in dubbio”. E cosa allora? “Veneziano è stato un funzionario del Comune di Tursi, uno dei comuni, cioè, ricompresi proprio nella Comunità montana “Basso Sinni” che lo stesso Veneziano dovrebbe ora liquidare – conclude Perrino –. Il rischio di conflitto di interessi è quindi evidente, senza contare che la condanna per danno erariale, sebbene non definitiva, avrebbe dovuto sconsigliarne la nomina a prescindere”.
Twitter: @Antonio_Pitoni