La polizia tedesca sta cercando di capire come sia potuto accadere. Tracce di Dna di un membro, ormai defunto, di una cellula neonazista sono stati rilevati sui resti di una bimba scomparsa in Baviera 15 anni fa.
Peggy Knobloch aveva 9 anni quando nel 2001 non fece ritorno a casa da scuola, e della sua sorte non si è avuto notizia fino al luglio scorso, quando alcuni resti del suo cadavere sono stati rinvenuti in un bosco a circa 150 chilometri da Eisenach. La stessa città in cui, sempre nel 2001, morì Uwe Boehnhardt, esponente del Nsu, la cosiddetta “Clandestinità nazionalsocialista”. Gli esami condotti dalla polizia nelle scorse ore hanno rivelato che sono proprio di Boehnardt le tracce di Dna trovati sul corpo di Peggy Knobloch. Gli inquirenti condurranno ora ulteriori approfondimenti.
La Nsu fu un gruppo neonazista responsabile della morte di 8 cittadini greci, un turco ed una agente di polizia tra il 2000 e il 2007. La scoperta della cellula, nel 2011, scioccò la Germania, e varie indagini condotte d’allora in poi, spiega l’agenzia Reuters, hanno mostrato come le autorità abbiano notevolmente sottostimato le minacce e gli atti di violenza legati agli ambienti dell’estrema destra. L’unica superstite di quella cellula, Beate Zschaepe, è ancora sotto processo con l’accusa di aver preso parte in quei 9 omicidi. A Eisenach, nel 2001, oltre a Uwe Boehnhardt morì anche Uwe Mundlos un altro membro della Nsu.