“Come sindaco, pensavo che fare un’opera di volontariato per il mio paese fosse un gesto generosità civica nei confronti della comunità. E invece…”. E invece, dopo aver partecipato alla potatura di alcuni alberi in un parco pubblico sull’area del Comune, Massimo Caravaggio – primo cittadino di Gombito – si ritrova a dover pagare una multa da oltre 3mila euro. “Da un lato le risorse a disposizione sono scarsissime. Dall’altro, se uno si rimbocca le maniche e si organizza in modo autonomo, ci rimette in prima persona. Io accetto la sanzione, ma mi sembra che siamo all’assurdo“.
Gombito, comune di 630 abitanti in provincia di Cremona, sulle rive dell’Adda. Nel marzo scorso, la Giunta decide di installare dei giochi per bambini in un giardinetto pubblico. Per farlo, però, bisogna prima potare alcuni alberi e qualche cespuglio. “I soldi in cassa sono quelli che sono, e allora abbiamo deciso di fare noi quei lavori di giardinaggio: insieme a me, un consigliere e un assessore, oltre al cantoniere del Comune”. Un’opera di giardinaggio fatta fuori dall’orario di lavoro, precisa il sindaco Caravaggio, artigiano, 45 anni, eletto nel maggio 2014 a capo di una lista civica. “Ci siamo ritrovati lì – precisa – per due sabati consecutivi dalle 7 alle 13. Insomma, durante il nostro tempo libero“.
Passano pochi giorni e una consigliera di minoranza presenta un’interrogazione in cui chiede alla Giunta i dettagli di quei lavori: chi vi ha preso parte, quanto sono durati, quali attrezzature sono state utilizzate. “Era un suo diritto fare quelle domande: e io ingenuamente ho fornito tutte le informazioni”, ammette Caravaggio. “Ingenuamente, dico, perché non immaginavo cosa sarebbe potuto scaturirne”. Utilizzando la documentazione fornita dalla Giunta, nel giro di una settimana la consigliera presenta un esposto all’Ispettorato del lavoro, all’Azienda provinciale per i servizi sanitari e al Parco Adda Sud, l’ente che gestisce l’area naturale in cui si trova il Comune di Gombito.
“Col Parco non ci sono stati problemi. Invece – prosegue Caravaggio – l’Ispettorato e l’Apss sono venuto ad effettuare un sopralluogo. Risultato? Il primo luglio mi è stato comunicato che devo pagare una multa da 3.068 euro“. In sostanza, il sindaco risulta aver agito, per quell’opera di potatura, come un datore di lavoro e i suoi collaboratori – cioè due politici e il cantoniere – secondo gli ispettori non avevano la formazione necessaria per svolgere quel servizio. “Io non contesto il merito della sanzione. Probabilmente devo fare mea culpa per aver agito in modo del tutto ingenuo, senza informarmi a dovere sulla normativa in vigore. Però – protesta il sindaco – è proprio la normativa che a me sembra assurda, perché mette le manette a tutti quegli amministratori che non si rassegnano alla mancanza di risorse e non vogliono lasciare i giardini pubblici in uno stato pietoso”.
L’entità della multa, in realtà, si riferisce solo per metà alla vicenda del parco pubblico. L’Apss, nelle sue indagini, ha infatti scoperto anche due magagne nel funzionamento del Comune. la prima riguarda il mancato svolgimento, a partire dal 2009, delle visite mediche per i dipendenti; la seconda riguarda le lacune, mai colmate, del Documento di valutazione dei rischi redatto nel 2010 e mai applicato. “Questi due aspetti influiscono in modo sostanziale sull’ammontare della sanzione: circa 1600 euro”, spiega Caravaggio, che poi protesta: “E la cosa a dir poco bizzarra è che entrambi i problemi risalgono ad un periodo in cui alla guida del Comune c’era la giunta precedente, sostenuta dalla stessa lista civica che oggi è alla minoranza e che ha fatto partire l’esposto nei mesi scorsi”. Il sindaco in ogni caso è rassegnato a pagare: “Non posso che sborsare di tasca mia”. Quanto al parco pubblico da cui tutto il caso è nato, Caravaggio spiega che i lavori per l’installazione dei giochi sono terminati già all’inizio dell’aprile scorso. “Per tutta l’estate – sorride amaro – ne hanno usufruito anche le famiglie dei consiglieri che hanno smosso tutto questo polverone. Anche questo appare un po’ assurdo, ma va bene così”.