Con i venti di guerra fredda che spirano da mesi tra Occidente e Russia140 militari italiani saranno schierati in Lettonia. Lo hanno confermato il ministro della Difesa Roberta Pinotti e il titolare degli Esteri Roberto Gentiloni, dopo l’intervista rilasciata a La Stampa in cui il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg annunciava la presenza di un contingente italiano al confine con il territorio russo a partire dal 2018.

La decisione è stata presa “nel vertice di Varsavia” tenuto l’8 e 9 luglio, ha spiegato Pinotti a margine all’assemblea dell’Anci. Il vertice aveva deciso di formare un contingente Nato nell’ambito del progetto di rafforzamento delle frontiere orientali del Patto Atlantico. “Quando abbiamo fatto il vertice di Varsavia – ha detto il ministro – all’interno delle responsabilità che hanno assunto altre Nazioni è stata anche data dall’Italia la disponibilità di fornire una compagnia, quindi con numeri non molto consistenti, all’interno di una organizzazione che prevede il coinvolgimento di moltissime nazioni della Nato”.

Negli stessi minuti il capo della diplomazia teneva conferenza stampa congiunta con il segretario dell’Alleanza Atlantica, al Nato Defense College di Roma. E confermava: “L’Italia ha sempre dato il suo contributo ad un’impostazione di rafforzamento degli assetti difensivi nei Paesi del nord-est dell’Alleanza”. Una misura che “non fa parte di una politica di aggressione alla Russia, quanto invece di una politica di rassicurazione e di difesa dei nostri confini come Alleanza Atlantica”, ha sottolineato il ministro precisando che tale passo “non influisce minimamente” con la linea di dialogo che l’Italia ha con Mosca.

“Sarete parte di uno dei quattro battaglioni dell’Alleanza schierati nei Paesi baltici“, spiegava Stoltenberg nell’intervista al quotidiano torinese. Pochi uomini, presenza “simbolica” in una forza “simbolica” da quattromila unità. Tuttavia, serve a dimostrare che “ci siamo e siamo uniti”, che “abbiamo una difesa forte che garantisce la deterrenza”, mentre “vogliamo tenere aperto il dialogo” col Cremlino. “Sempre nel 2018 – aggiunge il norvegese – l’Italia sarà nazione guida nel Vjtf“, la Task Force di azione ultrarapida, la “punta di lancia” in grado di intervenire in 5 giorni in caso di emergenza. Schierata, e non è un caso, sulla frontiera Est. Davanti a Putin che, ammette l’ex premier di Oslo, “ha dimostrato la volontà di usare la forza militare contro i vicini”.

“Non siamo nella Guerra fredda”, dice Stoltenberg parlando dell’escalation di tensione tesa fra Russia e Alleanza, “ma non c’è nemmeno il partenariato a cui lavoriamo da anni. Attraversiamo un territorio nuovo, è un sistema di relazioni con Mosca mai visto sinora”. E la Nato, spiega, “deve essere in grado di adattarsi e rispondere alle sfide. Il messaggio è ‘Difesa e dialogo’. Non ‘Difesa o dialogo’. Sinché la Nato si dimostra ferma e prevedibile nelle sue azioni sarà possibile impegnarsi in contatti concreti con la Russia, che è il nostro vicino più importante. Non possiamo in alcun modo isolarla, non dobbiamo nemmeno provarci. Ma dobbiamo ribadire con chiarezza che la nostra missione è proteggere tutti gli alleati. Che serve una forte Alleanza non per provocare una guerra, ma per prevenirla. La chiave è la deterrenza, un concetto che si è dimostrato valido per quasi settant’anni”.

Cosa vuole Putin? “Non voglio speculare troppo sulle sue ragioni – risponde il segretario Nato -. Vedo però cosa fa la Russia. Da anni cerca di ricostruire un sistema basato sulle sfere di influenza in cui le grandi potenze controllano i vicini, per limitarne sovranità e indipendenza. È il vecchio sistema, il sistema di Yalta in cui le potenze si spartivano l’Europa. Non lo vogliamo. Nessuno può violare la sovranità dei singoli Paesi”.

Mosca protesta: “La politica della Nato è distruttiva. L’Alleanza è impegnata nella costruzione di nuove linee di divisione in Europa invece che di profonde e solide relazioni di buon vicinato”: lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. La Nato “mira ad allontanare ancora di più le persone, piuttosto che a lottare contro minacce e sfide comuni”. Quando le è stato chiesto se un eventuale dispiegamento di forze italiane vicino ai confini con la Russia potrebbe avere un impatto negativo sulle relazioni tra Mosca e Roma, la portavoce del ministero degli Esteri russo ha replicato: “Sia Roma a rispondere a Stoltenberg”.

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