Nel paese in provincia di Trapani due colpi alla finestra del Municipio, che arrivano dopo minacce e persino il furto della fascia tricolore. Ma stavolta il sindaco Giacalone decide di sollevare il caso, anche sui social. "Abbiamo assunto impegni forti sui rifiuti e siamo stati i primi in Sicilia a regolamentare l'eolico. Ma è difficile collegare l'atto a un episodio specifico"
Due colpi di fucile ad aria compressa esplosi contro una finestra del palazzo municipale, con due fori ben visibili. Se ne sono accorti alcuni consiglieri comunali, durante la seduta dell’assise di martedì scorso, quando il consiglio era riunito per discutere di Consuntivo. È alta la tensione a Petrosino, piccolo comune del trapanese, dove il sindaco ha denunciato l’ennesimo atto intimidatorio subito. È stato lo stesso sindaco Gaspare Giacalone, finito spesso al centro dell’attenzione mediatica per le sue scelte decise su alcune tematiche delicate e per aver ricevuto sovente minacce da parte della criminalità organizzata, a postare la foto della finestra danneggiata dai fori su Facebook ribadendo la sua intenzione di andare avanti.
Stavolta, però, nel piccolo comune di meno di 10mila abitanti tra Marsala e Mazara del Vallo, gli umori sono diversi rispetto al passato; non si tratta più delle solite lettere anonime arrivate a decine o della provocazione tradotta nel furto della fascia tricolore, ma di qualcosa di ancora più grave: qualcuno è andato sotto il comune ed ha esploso due colpi di fucile.
“Siamo impegnati su diversi fronti –spiega il sindaco a ilfattoquotidiano.it – l’atto subito è sicuramente un messaggio purtroppo non facilmente riconducibile ad un episodio specifico. Abbiamo assunto un impegno forte, ad esempio, sulla gestione dei rifiuti, ma ci siamo occupati anche, e con decisione, di eolico; siamo stati il primo comune in Sicilia ad adottare un regolamento sulla materia ed è chiaro che abbiamo sicuramente toccato poteri forti. Il giorno stesso della mia elezione –continua il sindaco di Petrosino– mi sono trovato ad affrontare una bella patata bollente, prima che mi insediassi: avevano autorizzato la costruzione di uno stabilimento balneare in una zona a protezione speciale. Poi, dopo il mio intervento, è stato tutto sequestrato, è stato colpito un gruppo imprenditoriale di grande rilievo che opera in zona e che è finito sotto il mirino della magistratura”.
Le battaglie di cui parla il sindaco di Petrosino hanno portato fra l’altro a indagini giudiziarie e a processi ancora in corso.
“Per quanto mi riguarda –dice il primo cittadino– io andrò avanti per la mia strada e nei giorni scorsi ho partecipato a diversi eventi pubblici proprio per dare un segnale anche ai miei concittadini, perché comprendano l’importanza di reagire. Sinceramente –conclude Gaspare Giacalone–, ero molto combattuto sull’opportunità o meno di rendere pubblica questa notizia, ma poi ho pensato che non rispondere, paradossalmente, potrebbe essere stato interpretato come un segnale di tentennamento e di paura”.