Quattrocento chilometri da Leon a Santiago di Compostela, fino a Muxia sull’oceano Atlantico, per promuovere i diritti delle persone sorde e chiedere allo Stato di riconoscere la Lingua italiana dei segni (Lis) come lingua ufficiale. È il progetto, destinato a diventare il primo reality tv per sordi, messo in piedi da Laura Santarelli, giornalista del Tg1 Rai Lis e presidente dell’Accademia europea Sordi, che da figlia di non udenti ha dedicato la propria vita alla sordità e all’abbattimento delle barriere che questo problema comporta. Il 20 ottobre 2016 si metterà in cammino con Luca Piscitelli, sordo dalla nascita ed eletto Mister Italia sordi Over 2013, con il sogno di fare l’attore e recitare nella serie tv Gomorra. Insieme, intraprenderanno un viaggio sulle tracce delle migliaia di pellegrini che ogni anno percorrono l’antica strada che porta alla cattedrale di San Giacomo in Spagna, con la speranza che la gente comune, ma soprattutto il governo, si mettano “in ascolto”.
“Abbiamo scelto il Cammino di Santiago come metafora del percorso affrontato dalla comunità dei non udenti fino a oggi nel far sentire la propria voce – ha detto a ilfattoquotidiano.it Laura Santarelli – Vogliamo che anche in Italia la Lingua italiana dei segni sia riconosciuta come lingua ufficiale per i sordi, come avviene già in tutta Europa e in molti altri paesi del mondo”. La Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità ha chiesto ai governi di inserire tra gli idiomi ufficiali anche la Lis e tutti gli stati europei si sono adeguati già da anni. Soltanto l’Italia è rimasta indietro. Per ora c’è un disegno di legge promosso dal senatore di area popolare Ncd-Udc, Giuseppe Esposito, che insieme a Francesco Russo (Pd) ha presentato l’iniziativa di Santarelli e Piscitelli, ma la strada per l’accessibilità delle persone non udenti ai servizi è tutt’altro che in discesa. “Ho lavorato tutta la mia vita autofinanziandomi per iniziative per i sordi – continua la giornalista, che ha anche tradotto nella Lingua italiana dei segni il musical Notre Dame de Paris, riempiendo sale da oltre mille persone – Ho ricevuto quattro medaglie al merito, ma mi avrebbe fatto più piacere avere dalla mia parte le istituzioni con un sostegno anche solo simbolico. È più facile trovare sponsor privati che pubblici”.
Così è nata l’ultima sfida, anche, in un certo senso, con il governo: un cammino di 18 giorni in due con la bandiera a sostegno della lingua dei segni e il contributo di pochi sponsor privati. Un viaggio a tappe faticoso, che sarà possibile seguire giorno per giorno con i collegamenti in diretta dalla pagina Facebook della giornalista e sarà registrato e montato per diventare il primo reality tv per non udenti. “Sarà interessante vedere l’approccio con gli altri, gli incontri che faremo lungo la strada, gli scambi con i pellegrini che cammineranno con noi – continua Santarelli – Anche questo è un modo di fare cultura, e speriamo che tante persone si appassionino alla nostra avventura”.
L’idea è arrivata dopo l’esperienza della giornalista ad Amatrice durante il terremoto, quando, trovandosi sui luoghi del disastro come soccorritrice, ha cominciato a documentare con la lingua dei segni quanto stava accadendo: “Raccontavo cos’era il terremoto, com’era sentire una scossa. Tantissime persone mi seguivano, sono arrivata ad avere 70mila visualizzazioni da tutto il mondo. Lì ho avuto la consapevolezza che i sordi hanno bisogno di programmi, informazioni e cultura dedicati. Non basta tradurre un tg di qualche minuto, ci vogliono canali tematici, proposte pensate per loro”.
Il riconoscimento della Lis in Italia sarebbe un primo passo per accorciare le distanze con la comunità dei non udenti, che conta quasi 1 milione di persone, e per arrivare a rendere accessibile ai sordi anche la comunicazione al grande pubblico, dalla politica all’intrattenimento, dal primo soccorso ai trasporti. “Ma l’Italia è ancora arretrata su questo – denuncia la giornalista – Si fa fatica a muoversi per i sordi, a demolire gli ostacoli della comunicazione. Non riconoscere la lingua dei segni come ufficiale è come privare una persona disabile della sedia a rotelle. Spero che il nostro Cammino di Santiago serva davvero per sensibilizzare il pubblico e soprattutto le istituzioni su questo problema”.