Mentre a Palazzo Chigi continuano le riunioni per mettere a punto il testo definitivo della legge di Bilancio, il cui approdo in Parlamento rischia di slittare, la Commissione europea è pronta a inviare all’Italia una lettera in cui contesta la mancata riduzione del deficit e l’eccesso di coperture attese da interventi una tantum. Ne dà notizia l’agenzia Reuters, che cita fonti comunitarie secondo cui la manovra è ancora in fase di valutazione – com’è inevitabile visto che il Documento programmatico di bilancio è stato spedito a Bruxelles solo martedì mattina e molte misure sono ancora da scrivere – ma l’esecutivo Ue già nutre dubbi. Matteo Renzi, ancora in visita ufficiale a Washington, ha commentato: “La procedura di infrazione? La aspetto per i paesi che non hanno fatto la relocation“, cioè il trasferimento dei migranti dai Paesi di primo arrivo a quelli che si sono impegnati ad accoglierne quote prestabilite. “La manovra rispetta tutte le regole, è una manovra strategica sulla crescita che porta miliardi verso l’economia e che pensa ai cittadini con 2 miliardi per la sanità e l’intervento sulle pensioni“, ha continuato.

I rilievi Ue riguardano innanzitutto il saldo strutturale di bilancio, cioè la differenza tra entrate e uscite al netto del ciclo economico e degli interventi una tantum, che è indicato in aumento di 0,4 punti di pil tra 2016 e 2017 mentre la Commissione aveva chiesto una correzione dello 0,6% e pretende almeno uno calo dello 0,1%. L’Italia giustifica il minor sforzo di risanamento appellandosi alle clausole per eventi eccezionali, nella fattispecie la crisi migratoria e le spese legate al sisma di fine agosto. L’altro aspetto critico ha a che vedere con le coperture, oltre metà delle quali deriva da operazioni non replicabili: le sanatorie fiscali e l’asta delle frequenze 5G.

“Dobbiamo vedere in che misura condividiamo le assunzioni dell’esecutivo”, ha detto la fonte Ue a Reuters. In teoria Bruxelles può rispedire al mittente la manovra entro due settimane dalla sua presentazione ma finora questa fattispecie non si è mai presentata. La prassi vuole però che Ue e governi nazionali trovino un’intesa su eventuali correzioni evitando rotture ufficiali. Peraltro il confronto sulla manovra avviene a ridosso del referendum costituzionale del 4 dicembre, in vista del quale il commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici, aveva annunciato “sostegno” a Renzi contro il “rischio populismo”. E, secondo fonti diplomatiche citate dall’agenzia, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker nel corso di una riunione interna con alcuni funzionari ha detto: “Se rinunciamo a Renzi, rinunciamo sull’Europa”.

Intanto a Roma i tecnici del Tesoro e di Palazzo Chigi stanno di fatto scrivendo la manovra. Secondo fonti di governo la presentazione al Parlamento potrebbe slittare a lunedì prossimo.

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