“Perché chiamavo ‘grande capo’ Salvatore Buzzi? Per rispetto nei confronti di una persona più anziana di me e capo di una cooperativa che io ho sempre ritenuto la più importante del centro-sud. Il mio era un modo rispettoso di rivolgermi a una persona più grande”. E’ la reiterata risposta che la deputata Pd Micaela Campana ha fornito ai magistrati del processo “Mafia Capitale” per spiegare il suo noto sms al presidente della Cooperativa 29 giugno, Salvatore Buzzi, in risposta al messaggio di quest’ultimo, che la sollecitava a fare un’interrogazione parlamentare in suo favore. A domanda più precisa del pm Tescaroli, la parlamentare svicola, guadagnandosi un monito del magistrato: “Scusi, onorevole, lei è persona brillante, quindi credo che abbia compreso il senso della mia domanda. In relazione a questa interrogazione parlamentare, vi siete sentiti, ne avete parlato?”. “Che io ricordi no. Il Pd non ha più fatto questa interrogazione” – risponde Campana – “Fu poi il M5S a presentarla“. La presidente del collegio giudicante insiste col chiedere lumi sulla natura affettuosa di quel sms e di quell’appellativo. La parlamentare dem non cede e ribadisce la sua motivazione. “Lei ricopre un ruolo istituzionale” – obietta il pm – “e si esprime in questo sms con un atteggiamento di soggezione rispetto a un imprenditore. Questo è il punto”. “Non era soggezione o sottomissione” – ripete Campana – “Era rispetto nei confronti di una persona più grande di me e io tendenzialmente sono una persona rispettosa verso chi è più grande di me”. Tranchant la replica del giudice Ianniello: “Scusi, ma una volta il rispetto si esprimeva dando del ‘lei’ alle persone più anziane. Lei invece dà del ‘tu’ a Buzzi”

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