Uno “spreco indecente”, addirittura una “barzelletta” visti i problemi di bilancio che affliggono la Capitale. Se a Roma i sindacati (ma anche i partiti d’opposizione) hanno accolto l’annuncio di Virginia Raggi di aver sbloccato 485 assunzioni del maxi-concorso 2010 come una buona notizia, c’è anche chi ha storto il naso per l’ennesima “infornata” di statali. Come il quotidiano Libero o il sindaco di Verona Flavio Tosi, per cui la mossa propagandistica della sindaca farà esplodere ulteriormente il debito della città. Ma dal Campidoglio respingono al mittente le accuse, sottolineando come le assunzioni fossero un “atto dovuto” già previsto da un piano del commissario Tronca e rivendicando al contempo il merito per aver recuperato ulteriori posti che serviranno a colmare parzialmente i buchi negli uffici di Roma, sottostimato di oltre il 20%. Anzi, da quanto apprende ilfattoquotidiano.it allo studio ci sarebbe un emendamento per prorogare le vecchie graduatorie, a rischio scadenza: l’intenzione è quella di stabilizzare tutti i vincitori.
Che nella Capitale si continui ad assumere in tempi di crisi è un fatto. Quest’estate il piano straordinario che ha portato in dote 1.200 nuovi maestri e educatori; ora le immissioni in ruolo del concorsone 2010, in attesa da tre anni. “Ma parliamo di un ente che perde mille dipendenti l’anno per il turnover, e queste sono tutte persone che hanno vinto un concorso e vantano un diritto al posto fisso”, ha spiegato il segretario della Cisl Fp Roma, Giancarlo Cosentino. Non è bastato per placare le polemiche sugli statali della Capitale. Il quotidiano Libero, ad esempio, ha dedicato un’intera prima pagina all’annuncio della Raggi, criticando aspramente l’ “infornata”: “Facile vincere le elezioni e ripagare i romani con posti di lavoro. Peccato che così facendo il debito esploderà”, uno dei passaggi dell’articolo. Ancor più duro l’affondo di Flavio Tosi, sindaco di Verona: “Che spreco indecente: tra le figure professionali che entreranno a far parte dell’amministrazione vi sono altri ingegneri, storici dell’arte, informatici, bibliotecari e dietisti. I cittadini romani ne sentivano la mancanza. Per un Comune ormai simbolo negativo per l’inefficienza dei suoi servizi e il numero inutilmente eccessivo dei suoi dipendenti, forse l’unica assunzione che serviva era una ‘dieta’ nelle assunzioni”.
Ed in effetti – non è un mistero – i conti del Campidoglio non sono certo rassicuranti: il Comune vanta un debito che si aggira intorno ai 13 miliardi di euro, e nel 2016 spenderà poco meno di un miliardo (986 milioni, per la precisione) solo per pagare gli stipendi a dirigenti e dipendenti (a cui bisognerà anche corrispondere gli arretrati del salario accessorio, su cui è in corso una trattativa col governo e che potrebbero allargare il buco nel bilancio capitolino). Era il caso di assumerne altri 485 solo nel 2016, a cui dovrebbero aggiungersene ulteriori 100 grazie a un mini-piano straordinario finanziato da risparmi di spesa? Dal Campidoglio sostengono di sì. E non soltanto perché in ballo ci sono i diritti acquisiti dei vincitori del Concorsone 2010, la cui assunzione era già prevista dal Piano triennale approvato dal commissario Tronca a inizio 2016, che la giunta ha soltanto messo in atto e accelerato. Ma perché agli uffici servono forze fresche: a fronte di una dotazione organica di 31.475 uomini, il Comune può contare solo su circa 24mila dipendenti. Il 22% in meno del previsto. Certo, il conto sale fino a 60mila se si includono i contratti delle partecipate, ma quella è un’altra storia. Anche secondo l’ultima ricerca OpenPolis, Roma è una delle città italiane che spende di meno in termini percentuali per il personale: solo il 21,3% del suo fatturato, a fronte del 23% di Milano, del 32% di Torino e del 36% di Bologna.
“Pur nelle note ristrettezze di bilancio ereditate dal passato, la giunta ha voluto trovare subito una soluzione per una vicenda che si trascinava da tempo ed è spesso stata strumentalizzata a fini elettorali”, il commento di Antonio De Santis, delegato della sindaca al Personale. Proprio quella di cercare il consenso di sindacati e statali in un momento non semplicissimo del proprio mandato è un’altra delle accuse che vengono mosse alla Raggi e al suo annuncio. “Non so se ci siano secondi fini, per me conta il risultato, che in questo caso è aver risposto alle legittime aspettative di tanti ragazzi e ragazze qualificati che hanno vinto un concorso e aspettano da troppo tempo ciò che gli è dovuto”, afferma Stefano Fassina, consigliere di Sinistra per Roma. Nonostante le critiche che arrivano da fuori, su questo punto pare esserci accordo trasversale in Campidoglio: tutti i vincitori del concorsone 2010 dovranno essere stabilizzati. Dopo questa infornata, ne resteranno in lista almeno altri 500. E siccome alcune graduatorie rischiano di scadere nei prossimi tempi, presto potrebbe essere presentato in Parlamento (la legislazione è nazionale) una proposta per prorogarle. Con o senza debiti, insomma, Roma di statali ne assumerà ancora.