Dopo le tre donne scagliate contro Bill Clinton per accusarlo di stupro nel secondo dibattito, nel terzo confronto tv prima del voto Donald Trump porterà anche lui: Malik Obama, fratellastro del presidente degli Stati Uniti, parteciperà in qualità di ospite all’ultimo duello tra il candidato repubblicano e Hillary Clinton a Las Vegas.
Malik – 58 anni, nato a Nairobi e cittadino americano – in passato ha più volte messo in imbarazzo il fratello. L’ultima volta a luglio, quando diede il suo endorsement al miliardario newyorkese, ripetendo una serie di accuse nei confronti del capo della Casa Bianca, tra cui quella di non averlo aiutato nel 2013 quando si candidò alla carica di governatore di una contea del sudest del Kenya.
In alcune dichiarazioni rilasciate ai media, Malik Obama ha detto di non credere alle accuse di molestie sessuali mosse a Trump, definendole una montatura della stampa, e ha accusato la candidata del Partito Democratico di essere la responsabile del caos e delle violenze attuali in Medio Oriente. L’uomo ha comunque spiegato che non parteciperà ad alcun evento stampa con il candidato repubblicano prima del dibattito tv.
Ma nella famiglia allargata degli Obama è già scoppiata la baruffa. Mark, un altro fratellastro (figlio dello stesso padre, ma non della stessa madre) del presidente americano ha spiegato infatti che “io e altri nella mia famiglia non supportiamo la posizione di Malik su Trump” e il suo sostegno alla candidatura repubblicana.
Insieme a Malik Obama, Trump porterà al dibattito in programma in Nevada anche Patricia Smith, madre di una delle vittime dell’attacco al consolato di Bengasi dell’11 settembre 2012, in cui morirono l’ambasciatore statunitense in Libia Chris Stevens e due marines.
Clinton e Trump si affronteranno nella notte nel terzo ed ultimo dibattito presidenziale prima del voto. Un dibattito durerà 90 minuti suddivisi in sei parti e sarà moderato da Chris Wallace, presentatore di Fox News. I temi sono quelli dell’immigrazione, il debito, la Corte Suprema, l’economia, la politica estera e le capacità di ciascuno di ricoprire l’incarico di presidente.