Decreto di archiviazione del gip di Firenze, su richiesta dei pm, anche per l'imprenditore Perotti e altri 11 indagati. "Prove non sufficienti" per il reato associativo, ma restano in piedi altre contestazioni, dalla Salerno-Reggio Calabria alla Tav Brescia-Verona
Cadono alcune delle accuse contro Ercole Incalza, il superconsulente della Struttura di missione del ministero delle Infrastrutture arrestato nel 2015, e poi rimesso in libertà, nell’inchiesta “Sistema” della Procura di Firenze sugli appalti per diverse grandi opere sul territorio nazionale. Il gip Angelo Pezzuti, su richiesta del pm, ha disposto l’archiviazione delle accuse di associazione a delinquere per corruzione, turbativa d’asta e delitti contro la pubblica amministrazione per Incalza, per l’imprenditore Stefano Perotti e per altri 11 indagati. Il giudice non ha ritenuto sufficienti le prove raccolte nell’inchiesta. Il decreto di archiviazione riguarda anche singoli fatti di turbativa, corruzione, frode, riciclaggio.
Archiviando il capitolo sulla ipotizzata associazione a delinquere tra Incalza, Perotti e altri, il gip ha recepito osservazioni dei pm Luca Turco e Giuseppina Mione, concludendo che “gli elementi emersi dalle indagini preliminari non sono sufficienti a fondare l’accusa in giudizio come già rilevato nell’ordinanza cautelare emessa dal giudice”, nonostante successive acquisizioni di documenti, intercettazioni e testimonianze.
L’inchiesta Sistema, condotta dal Ros dei carabinieri, rimane comunque in piedi per gli altri capitoli. Secondo gli inquirenti, tangenti e utilità varie sarebbero state scambiate illecitamente nella realizzazione di Grandi opere pubbliche, in particolare commissionate da Ferrovie dello Stato, per lavori a linee Tav tra cui il nodo di Firenze, e Anas. Una parte del procedimento resta a Firenze, altri stralci sono stati inviati ai pm di Milano, Brescia e Roma. Ancora sotto la lente presunti illeciti relativi a lavori Tav fra Brescia e Verona e sul valico di Giovi della Genova-Milano, all’autostrada in Libia Eas Eidyer-Emssad, alla Salerno-Reggio Calabria e al porto di Olbia, e perfino a una consulenza con Eni.
Sulle singole opere cadono anche l’accusa di corruzione sull’affidamento delle direzioni lavori a società con referente Stefano Perotti, per il tunnel Tav sotto Firenze e la linea Tav Firenze-Bologna: i pm indagavano sul fatto che Incalza avrebbe agevolato Nodavia e consorzio Cavet, ottenendo incarichi per compensi milionari a vantaggio di società di progettazione e consulenza tecnica di Perotti.
Cancellata anche un’accusa di inadempimento contrattuale nei lavori Tav di Firenze: lo stesso pm rileva che una di queste società, la Dilan.Fi – nelle intercettazioni definita ‘stipendificio‘ -, avrebbe subito a sua volta danni dai ritardi di Nodavia nella costruzione del tunnel Tav a Firenze e “non è possibile accertare se le carenze della direzione lavori siano determinate da condotte illecite o siano anche solo in parte conseguenza di accadimenti non attribuibili alla stessa Dilan.Fi”. Inoltre Incalza e Perotti, con altri – tra cui l’esponente di Forza Italia Rocco Girlanda e il manager Stefano Saglia -, sono alleggeriti anche da un’accusa di turbativa d’asta per il bando per il collaudo dell’hub del porto di Trieste poiché “le indagini preliminari non hanno fornito ulteriori riscontri”.