È durata quasi due ore e mezza l’audizione del sindaco renziano di Siracusa Giancarlo Garozzo (nella foto con il presidente del consiglio), convocato dalla commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi per rispondere sulla presunta presenza di “soggetti che hanno rapporti con la criminalità organizzata” e che ci sarebbero “all’interno del Partito Democratico” aretuseo, denunciata dallo stesso primo cittadino nel corso di un’assemblea provinciale. “Sono abbastanza soddisfatto, – spiega a ilfattoquotidiano.it Garozzo – ritengo di aver aggiunto un’ulteriore tassello per ripristinare quella che è la verità e la realtà nella città di Siracusa”. Il sindaco ha portato ai commissari una “documentazione molto corposa”, rafforzando gli elementi che erano già stati raccontati anche all’antimafia regionale.
L’audizione è stata secretata, ma da quanto ha appreso ilfattoquotidiano.it il punto chiave dell’audizione ha riguardato la consigliera Simona Princiotta, eletta nelle liste del centrodestra e poi passata con il Pd, ma mai accettata dal partito. Considerata una delle avversarie politiche più agguerrite del sindaco, che negli ultimi anni ha denunciato alla magistratura diverse anomalie e presunti appalti irregolari banditi dall’amministrazione, con la conseguente apertura d’inchieste giudiziarie, alcune già archiviate, e la frattura interna al Pd cittadino.
Si è parlato delle dichiarazioni rese nel 2002 dal collaboratore di giustizia Rosario Piccione, già pubblicate sul quotidiano locale ‘Diari 1984’, nel quale il pentito racconta di essere stato legato sentimentalmente alla consigliera e di averle chiesto di ospitare nella sua abitazione Alfredo Franzò, all’epoca latitante. Quest’ultimo considerato organico al clan ‘Urso-Bottaro’, lo stesso del Piccione, fuggiva da un mandato di cattura scaturito dall’operazione antimafia ‘Tauro’. La Princiotta si è dichiarata estranea ai fatti sostenendo che è stato il sindaco a “contattare” e “aizzare” Piccione contro di lei.
Nella seconda parte dell’audizione si è parlato di un altro esponente dello stesso clan, Ernando di Paola, condannato in via definitiva lo scorso maggio a 5 anni e 4 mesi per associazione mafiosa. Circa un anno prima la sentenza, come emerge da una registrazione realizzata dalla stessa Princiotta, l’uomo le avrebbe inviato un messaggio tramite un social network informandola di averle “parato una cosa che avrebbe fatto spaventare” i suoi figli. Anche in questo caso, la consigliera ha respinto ogni accusa, spiegando che il suo rapporto con Di Paola è iniziato in virtù della frequentazione dei figli negli stessi istituti scolastici.
Infine si è parlato della controversa vicenda ‘Open Land’, il centro commerciale amministrato dalla società Emmea, che ha un contenzioso in corso con l’amministrazione da 40 milioni di euro, e che la giunta ha già risarcito con 2,8 milioni di euro. I file audio sono stati depositati in Procura e hanno dato il via diverse indagini. Il legale del gruppo edilizio è l’avvocato Giuseppe Calafiore, e tra i suoi clienti c’è anche la Princiotta. Calafiore ha partecipato al fianco della sua assistita a uno dei tanti incontri che la consigliera ha organizzato con altri colleghi politici, in cui si parlava della gestione amministrativa della giunta Garozzo, e dove gli interlocutori erano a loro insaputa registrati dalla stessa Princiotta.
Nelle prossime settimane potrebbero essere convocati il prefetto Armando Gradone, il procuratore capo Francesco Paolo Giordano e la stessa Simona Princiotta. La settimana si completa con la visita nell’isola del presidente del consiglio Renzi, che nel weekend sarà a Palermo per inaugurare l’anno accademico universitario. E nel Pd siracusano c’è chi spera in una tappa in città.