Il poliziotto intervistato dal Mattino ha detto: "Ammetto di avere sbagliato. Sono un servitore dello Stato e un uomo: chiedo pubblicamente scusa a Luca Abete. Sono pronto ad accettare una punizione per il mio comportamento". La Procura ha aperto un fascicolo
“Ammetto di avere sbagliato. Sono un servitore dello Stato e un uomo: chiedo pubblicamente scusa a Luca Abete“. Queste sono le parole di Elio Iannuzzi, vicequestore aggiunto, 45 anni, capo delle Volanti della questura di Avellino, intervistato dal Mattino. Il dirigente della polizia si è scusato con l’inviato di Striscia la Notizia, il telegiornale satirico di Canale 5, per i modi violenti con cui lo ha fermato e aggredito mentre cercava di avvicinarsi alla ministra dell’Istruzione Stefania Giannini e soprattutto per le parole rivolte al cronista (“Sei un mongoloide“).
L’episodio risale al 14 ottobre quando Abete ad Avellino ha tentato un’intervista alla Giannini sulla situazione delle scuole in Campania. Nelle immagini, poi mandate in onda, si vede l’intervento del servizio d’ordine che allontana l’inviato. Spinto fuori dalla sede del convegno, il giornalista protesta mentre l’operatore filma, poi viene circondato da quelli che dice essere poliziotti in borghese che lo spingono contro una recinzione. Lui lamenta un colpo alla testa contro la barriera di metallo e si rivolge alla telecamera denunciando un’aggressione. Poi, mentre se ne sta andando, viene raggiunto da una persona che gli dice essere il vicequestore aggiunto di Avellino. Il giornalista a quel punto viene portato in Questura.
Sull’episodio è intervenuta anche l’Associazione Italiana Persone Down, il cui presidente nazionale Paolo Virgilio Grillo ha dichiarato in una nota: “Non vogliamo entrare nel merito del contesto, ma siamo profondamente indignati e vogliamo ribadire con forza che un pubblico ufficiale nell’esercizio della sua attività non può utilizzare questo tipo di parole, che offendono le persone con sindrome di Down e le loro famiglie”. Iannuzzi ha detto di assumersi “le responsabilità consapevole delle sanzioni che seguiranno a quanto accaduto. Non desidero che le mie scuse possano essere interpretate come un tentativo di giustificazione, in questo momento sento il bisogno di esprimere il mio dispiacere a Luca Abete, per le parole che, in un momento di particolare concitazione, ho pronunciato”.
La Procura ha aperto un fascicolo e il dipartimento della Pubblica sicurezza guidato da Franco Gabrielli ha condannato l’episodio. “La tensione in quel momento mi ha sopraffatto – ha aggiunto Iannuzzi -. La razionalità e l’equilibrio, indispensabili strumenti di un funzionario di Polizia, hanno lasciato il passo all’impulsività”. E poi ha spiegato che “il giornalista aveva già avvicinato e intervistato il ministro, le fasi in cui c’è stato il mio errore sono quelle più convulse e delicate quando la personalità stava ripartendo. In più, nel suo ultimo tentativo di raggiungere il ministro, Abete ha colpito e travolto una mia collega che peraltro aveva proprio le mani in alto”. Con i suoi superiori Iannuzzi ha “ammesso subito” il suo errore. “Loro”, dice il vicequestore aggiunto di Avellino, “pur comprendendo la particolarità del momento non hanno nascosto la gravità del fatto”. Poi: “Da poliziotto e da uomo, chiedo scusa, sono pronto ad accettare una punizione per il mio comportamento e mi auguro solo di avere un’occasione per riscattarmi”.