Al centro dell'indagine una discordanza tra i conti dell'amministrazione e quelli di alcune società partecipate, tra cui l'azienda di trasporti Gtt. Il leader M5s: "Una voragine con in fondo il marchio Pd". L'ex primo cittadino: "Un’inchiesta non può essere commentata prima di conoscerne i rilievi precisi che valuteremo quando saranno noti".
Per ora è un’inchiesta senza indagati né ipotesi di reato. Ma l’indagine sul presunto buco di bilancio di 5 milioni al Comune di Torino rischia di lasciare ombre pesanti sull’operato della vecchia amministrazione comunale guidata da Piero Fassino. Oggi, intanto, in municipio è arrivata la Guardia di finanza: una visita agli uffici comunali che rientra proprio nel quadro degli accertamenti della Procura e della Corte dei Conti sul bilancio di Palazzo Civico. Il sostituto procuratore Ciro Santoriello, che coordina il gruppo “Reati economici”, ha aperto un fascicolo “modello 45”, che non ha né indagati né ipotesi di reato. Al momento l’indagine è un’inchiesta conoscitiva. Su cosa? Magistrati e militari intendono far luce su una discrasia (di 4 o 5 milioni) fra i conti dell’amministrazione e quelli di alcune società partecipate, fra cui la società di trasporti Gtt e quella per le infrastrutture legate ai trasporti InfraTo. Entrambe sono partecipate dal Comune al cento per cento. “A Torino Fassino ha lasciato un vuoto enorme, un buco, una voragine con in fondo il marchio Pd” ha attaccato Beppe Grillo, con l’ex primo cittadino che si è difeso sottolineando che il suo operato è stato sempre contraddistinto da “trasparenza e rigore”.
L’inchiesta sul bilancio e sulle società partecipate – L’inchiesta si riferisce a un presunto “disallineamento” fra i conti della Gtt e quelli dell’amministrazione: l’azienda vanterebbe un credito di 14 milioni di euro che non compare nella documentazione. A sollevare il caso erano stati dei consiglieri di opposizione di centrodestra, tra cui Alberto Morano, ex candidato sindaco indipendente di Lega Nord e Fratelli d’Italia. I magistrati sarebbero orientati a procedere per falso in atto pubblico. La storia era emersa sugli organi di stampa a settembre scorso. In sostanza nel rendiconto del Comune di Torino, riferito al 2015, mancavano crediti e debiti con Gtt e InfraTo, mentre tutte le altre partecipate sono state prese in esame. Non solo: una relazione allegata al bilancio presentava la situazione debiti-crediti di tutte le partecipate, tranne quelle due. I funzionari del Comune, spiega la Stampa, rispondendo a Morano, ammisero che “quei dati non sono stati mai forniti”. La replica del consigliere di centrodestra fu: “E voi avete approvato il bilancio lo stesso?”. La legge, infatti, prevede che nel rendiconto sul bilancio un’amministrazione deve – tra le altre cose – indicare “gli esiti della verifica dei crediti e debiti reciproci con i propri enti strumentali e le società controllate e partecipate”. Un dovere dei revisori dei conti, ma il Comune, in caso di discordanze, deve spiegarne la motivazione e assumere “i provvedimenti necessari ai fini della riconciliazione delle partite debitorie e creditorie”.
Numeri che non tornano e le iniziative della Appendino – Ma le anomalie non finivano lì. Il quotidiano torinese spiegava che, per esempio, nel bilancio 2015 di InfraTo, gestisce l’infrastruttura dei trasporti, si parla di crediti per 22,3 milioni con Gtt, l’azienda di trasporto, ma nei conti di Gtt ne risultano solo 20,2. Nel bilancio 2015 di Gtt, poi, emerge un credito di 40 milioni verso il Comune di cui a Palazzo Civico non c’è traccia. La situazione è complicata dal fatto che i bilanci risalgono al 2015 – e dunque ai tempi della giunta Fassino – ma sono stati approvati nel 2016. E quelli di Gtt e InfraTo sono finiti sul tavolo della giunta Appendino poche settimane dopo essersi insediata. Proprio per chiarire questi presunti passaggi a vuoto il sindaco Chiara Appendino aveva deciso di incaricare una società di consulenza per uno screening sui conti, salvo poi incaricare un gruppo di dipendenti comunali che entro metà novembre dovrebbe dare le prime risposte.
Grillo attacca, Fassino si difende come può – “A Torino Fassino ha lasciato un vuoto enorme, un buco, una voragine con in fondo il marchio Pd”. Parola di Beppe Grillo, che dal suo blog ha commentato la notizia. Oggi, spiega il leader M5s, “la Finanza è entrata in Comune perché mancano 5 milioni di euro, o forse molti di più, al bilancio del 2015 firmato dal triste profeta che probabilmente sarà iscritto nel registro degli indagati per falso in atto pubblico. Nel mirino – ricorda l’ex comico genovese – ci sono le partecipate Gtt (Tpl) e InfraTo (infrastrutture per la mobilità). Le partecipate sono infatti uno degli strumenti più usati dai partiti per prendere i soldi dei cittadini: in tutto in Italia hanno perdite che superano gli 84 miliardi”. A sentire Beppe Grillo, “il mito della buona amministrazione de sinistra di Torino è finito. Kaputt” e “mentre la città si riempiva di poveri, milioni di euro sparivano dal bilancio comunale. Eppure quella di Fassino veniva descritta come l’amministrazione perfetta e tutti i giornalisti si sorprendevano della vittoria del MoVimento 5 Stelle, solo i torinesi avevano capito tutto e ci hanno dato fiducia”.
Non si è fatta attendere la risposta dell’ex primo cittadino di Torino. “Le politiche di bilancio sono sempre state gestite con rigore e trasparenza, nel rispetto delle leggi e dei principi contabili, sottoposto periodicamente agli organismi di verifica contabile – ha detto Fassino – conseguendo sempre gli equilibri di bilancio e realizzando in cinque anni una consistente riduzione dell’indebitamento della città di oltre 500 milioni”. “In ogni caso – ha concluso Fassino – un’inchiesta non può essere commentata prima di conoscerne i rilievi precisi che valuteremo quando saranno noti”.